Deposito scorie nucleari, nel video «appare» Martina Franca
Piazza, portici e fontana della bellissima città tarantina compaiono nel documentario pubblicato dalla Sogin
Martedì 04 Dicembre 2018, 13:37
BARI - Sono anni che gli italiani aspettano di sapere dove il Governo vuol costruire il Deposito nazionale delle scorie a bassa e media attività e con annesso deposito «temporaneo» per quelle più pericolose, come le barre Uranio/Torio stipate in Basilicata. La lista dei siti idonei è pronta dai tempi dell’Esecutivo Renzi ma è ben chiusa nei cassetti del potere, oggi in gialloverde. Per questo lascia di stucco scorgere in un documentario ufficiale su questo fantomatico Deposito la bellissima Piazza Maria Immacolata di Martina Franca (Taranto), con i suoi inconfondibili Portici. Fa un certo effetto sia per la nitidezza del riferimento sia perché è firmato dai futuri “padroni” del Deposito, cioè la Società Gestione Impianti Nucleari (Sogin) che, per conto dello Stato e con i soldi versati dai contribuenti in bolletta elettrica, deve smantellare il nucleare italiano e costruire il “cimitero” atomico.
Per altro, nel video (liberamente consultabile su www.youtube.com/watch?v=3lb7FxcPjWE) i Portici compaiono proprio quando si parla del «territorio che lo vorrà ospitare», il Deposito. Disegni davvero ben fatti, realistici. L’unica nota di fantasia è che, a un certo punto, nel piazzale compare una fontana. Ma non una fontana qualunque: sembra proprio la Fontana dei Delfini, opera del maestro martinese, Francesco Corrente, e che si può ammirare in Piazza Roma, sempre a Martina Franca.
Parrebbe, insomma, un raffinato caso di comunicazione subliminale. Interpellata al riguardo, la Sogin afferma che è «un’immagine fittizia» e che «la volontà di questo video è di non rappresentare nessun paese nello specifico. È un disegno di fantasia, un fumetto con immagini a tratto». No, «non c’è un accordo col Comune di Martina Franca. Non c’è nessun retropensiero. L’accostamento non è voluto, è del tutto casuale». 
L’Amministrazione comunale non ha voluto commentare.
Ad ogni modo, stando all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), la Puglia non ha di che stare allegra. Secondo gli scienziati, il Deposito dovrà essere costruito in un comune al di sotto dei 700 metri sul livello del mare (come Martina e come una novantina di comuni pugliesi e una cinquantina di comuni lucani); ad almeno 5 km dal mare, in un’area che non sia né sismica né vulcanica, fuori dai parchi nazionali. E poi, per evitare che un incidente con merci pericolose (gas, liquidi infiammabili, esplosivi) coinvolga le scorie nucleari, la struttura dovrà essere ad almeno «un chilometro - scrive Ispra - da autostrade e strade extraurbane principali e da linee ferroviarie fondamentali». Secondo Sogin il Deposito non sorgerà lì dove sono reattori e impianti nucleari (quindi non a Trisaia, in Basilicata). Per il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, non sorgerà né in Sardegna né in Sicilia.

