Il reportage
GAZZETTA TV Ex Scianatico sotto tutela: che fine farà il sogno del nuovo quartiere sul mare di Bari?
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Il progetto di riqualificazione da 100 milioni si scontra con i vincoli sugli edifici identitari. Rischia di restare un’altra promessa mai realizzata
Tra via Napoli e via Caracciolo, nel cuore della costa barese, sorge quella che per decenni è stata una delle fabbriche simbolo della città: le ex Acciaierie Scianatico. Un’area di oltre 12 ettari oggi in stato di abbandono, ma che presto - almeno sulla carta - potrebbe rinascere come un nuovo quartiere residenziale e commerciale di lusso.
Il progetto, dal valore complessivo di 100 milioni di euro, prevede la costruzione di un hotel a cinque stelle, un centro commerciale, circa 200 appartamenti, uffici, negozi, una scuola, oltre a parchi e aree verdi per famiglie.
L’accordo è stato firmato tra la società barese SI.M.A.L & Pro srls, guidata da Nicola Baldassarre, e il gruppo spagnolo Protecnic - Gran Roque Construcciones dell’imprenditore Daugustin Gayubo Rodriguez, che hanno raggiunto l’intesa con gli eredi Scianatico per l’acquisizione dei 120mila metri quadrati di terreno.
Lo stabilimento Scianatico era stato inaugurato nel 1937: produceva tubi in acciaio senza saldatura e, durante il boom economico, aveva dato lavoro a centinaia di persone. La crisi del settore negli anni ’90 portò però alla chiusura definitiva nel 1995, lasciando dietro di sé un vasto vuoto urbano tra promesse di rilancio e progetti mai concretizzati.
Oggi, a distanza di trent’anni, la firma dell’accordo sembra aprire uno spiraglio reale. Il piano di intervento riprende una lottizzazione approvata nel 2012 dal Comune di Bari - all’epoca con Michele Emiliano sindaco - tuttora valida fino al 2027. Prevede anche la cessione di tre ettari al Comune per la realizzazione di un grande parco pubblico.
Ma sul futuro dell’area pesa ora un nuovo elemento: la tutela sugli edifici identitari di Bari, che include 202 immobili riconosciuti come patrimonio dell’architettura moderna e contemporanea. Questi non potranno più essere demoliti, ma solo restaurati o riqualificati, in applicazione della legge regionale del 2008 per la salvaguardia del paesaggio urbano.
Proprio questi nuovi vincoli potrebbero coinvolgere parte dell’ex complesso industriale Scianatico, mettendo in discussione alcune demolizioni e ricostruzioni previste dal progetto originario. Gli investitori confermano la volontà di procedere, ma sarà necessario verificare la compatibilità urbanistica alla luce della variante al Piano Regolatore attualmente in esame al Comune.
L’obiettivo resta quello di creare un quartiere “green e tecnologico”, sostenibile e integrato con la città, capace di coniugare memoria industriale e innovazione urbana.
Resta però l’incognita dei tempi: tra burocrazia, vincoli e piani urbanistici, la rinascita dell’ex Scianatico è ancora una promessa.
Per Bari, potrebbe essere la sfida simbolo della rigenerazione urbana: trasformare un pezzo di passato industriale in una nuova porta sul mare del futuro.