L'indagine
San Severo, vendeva pezzi d'auto rubate: arrestato
This browser does not support the video element.
L'uomo smontava le macchine e stoccava i pezzi in box condominiali, poi li rivendeva sulle piattaforme web. Quello che non serviva lo abbandonava in canali di scolo e campagne della zona
San Severo (Foggia) - Scacco al traffico di pezzi di ricambio d'auto rubati. La Guardia di finanza di Foggia, in collaborazione con la polizia locale di San Severo, ha arresto un trentenne del posto. Oltre a gestire il traffico illecito, anche attraverso vendite on line, percepiva irregolarmente il reddito di cittadinanza.
L'indagine è partita dalla scoperta di una discarica abusiva. «Un mero abbandono di rifiuti non pericolosi - spiegano i finanzieri - che però ha rivelato l'esistenza di più illeciti in materia di riciclaggio, ricettazione, trasporto e smaltimento illeciti di rifiuti speciali non pericolosi nonché l’indebita percezione del Reddito di cittadinanza da parte dell’arrestato».
Piazzate le videotrappole, gli investigatori sono risaliti al furgone del trentenne e hanno capito che l'attività era sistematica e che celava ben altri illeciti.
Il trentenne avrebbe commercializzato centinaia di pezzi di ricambio di autovetture rubate sia in provincia di Foggia che in Molise: Alfa Romeo, Bmw ma soprattutto Fiat. Le auto venivano smontate e i pezzi stoccati in box ubicati a San Severo e Torremaggiore, poi venivano messi in vendita on line. L'arrestato gestiva le vendite sulla pagina marketplace di Facebook e su un sito web personalizzato.
Le perquisizioni svolte durante l'operazione hanno permesso di rinvenire e sequestrare i motori di auto con matricola abrasa, targhe di auto rubate, centraline elettriche prive di etichette e centinaia di pezzi di ricambio di autoveicoli di lusso oltre ad un'autovettura rubata nel 2020 non ancora cannibalizzata;
Quello che non serviva veniva abbandonato illecitamente in canali di scolo e terrapieni posti a ridosso di strade e campagne di San Severo, creando vere e proprie discariche abusive a cielo aperto.
Al trentenne - si diceva - viene contestata la percezione indebita di 17mila euro ricevuti grazie al reddito di cittadinanza perchè risultava nullafacente.