Le dichiarazioni

Ranucci a Bari dopo l'attentato: «Ritirare le querele contro di me? Non serve, preferisco vincere in Tribunale» VIDEO

Redazione online (Video Fasano)

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Il conduttore di Report ha presentato lo spettacolo che andrà in scena a maggio 2026 al Petruzzelli: «Libertà di stampa significa spiegare quello che non si vuole venga raccontato»

«Io credo che parlare di libertà di stampa sia fondamentale in questo momento perché non è una parola vuota. Significa spiegare i motivi perché siamo in una situazione in cui ci sono sei milioni di italiani che non possono curarsi, sei milioni di italiani che sono sulla soglia di povertà, perché muoiono 1000 persone l'anno per incidenti sul lavoro, perché non viene applicata la sicurezza, quali sono le politiche che condannano la morte di chi lavora». Lo ha detto Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, che oggi 27 ottobre ha presentato al Petruzzelli di Bari il suo spettacolo teatrale "Diario di un trapezista. Ritratto privato di un giornalista resiliente", che andrà in scena il 3 maggio 2026 in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa.. Dieci giorni fa Ranucci ha subito un attentato con un ordigno che ha distrutto le auto di famiglia, per il quale sono in corso indagini da parte della Dda di Roma.

«Non sono abituato – ha detto - a tutti questi attestati di solidarietà. Adesso a parte tutto cominciamo arrivati a fare il nostro lavoro e ritornare a una condizione di normalità, perché serviva anche a me per staccare». Dopo l’attentato l’ex governatore del Lazio, Francesco Storace (che è un giornalista) aveva proposto in segno di solidarietà il ritiro di tutte le querele a carico di Ranucci. «Io ringrazio Storace che ha avuto questa idea meravigliosa – ha commentato il giornalista romano -. Ma io non voglio che vengano ritirate le querele, io voglio vincere sul campo, non per mancanza di avversari. Vorrei invece che chi querela un'altra persona, soprattutto un giornalista, perché sta svolgendo una funzione democratica, ecco, se sa che quelle cose che ha detto sono vere, alla fine paghi salatamente per aver fermato un giornalista e per aver impiegato, per aver fatto sprecare del tempo alla giustizia italiana».

«Bisogna tutelare i giornalisti locali che sono i più fragili – ha poi aggiunto Ranucci -. Se la politica vuole dare un contenuto reale alla difesa della libertà di stampa deve dotare i giornalisti delle emittenti locali degli strumenti necessari. Penso che l'Italia sia un Paese malato, abituato a convivere con la propria patologia al punto da considerarla normalità. In questo quadro, i giornalisti locali sono gli anticorpi periferici che intercettano il male del Paese, e proprio per questo vanno rafforzati».

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