Il caso

Bitonto come il Bronx, la palazzina popolare trasformata in supermarket della droga: residenti costretti a non uscire VIDEO

This browser does not support the video element.

L'intervento della Polizia con i tecnici dell'Arca: demolite le porte blindate installate dagli spacciatori. Una botola per fuggire dal retro in caso di controlli

Una palazzina popolare di via Ugo La Malfa a Bitonto era stata trasformata in un vero e proprio supermarket della droga. All'ingresso era stato installato un portone blindato dotato di una piccola apertura: i clienti inserivano i soldi e ottenevano lo stupefacente. Proprio come avviene nel Bronx. Anche qui gli spacciatori impedivano agli inquilini di entrare a uscire dal fabbricato nelle ore in cui il supermercato della droga era aperto.

La situazione è stata risolta oggi con l'intervento della Polizia di Stato e dei tecnici dell'Arca, che hanno rimosso le porte blindate e tutte le altre chiusure. All'interno del fabbricato sono infatti stati trovati altri passaggi che portano al cortile sul retro, tutti chiusi da porte blindate: servivano a impedire  l'intervento delle forze dell'ordine e al contempo consentire la fuga degli spacciatori. Anche nei box auto è stata trovata e rimossa un'altra porta blindata che collega il garage del civico 88 con quello della palazzina confinante: serviva, con ogni probabilità, come via di fuga, così come la botola chiusa con porte scorrevoli in ferro che collega il garage all'area retrostante la palazzina.

Tutte le porte blindate sono state rimosse restituendo un briciolo di serenità ai residenti. E' infatti emerso che i malviventi oltre a impedire l'accesso e l'uscita dal palazzo in determinate ore, chiudendo la porta blindata, avevano anche disattivato i citofoni: gli inquilini dunque non potevano nemmeno ricevere visite.

«La palazzina, a Bitonto – dichiara Piero de Nicolo – era dotata di un portone blindato con vetri antiproiettile con una piccola apertura attraverso la quale vi era il passaggio di sostanze stupefacenti e di denaro, come in un distributore automatico o in un “bancomat”, presidiato però all’interno dagli uomini dei clan. L'accesso all’interno del fabbricato, da parte dei condomini residenti, era controllato dagli spacciatori: nessun incolpevole residente poteva sottrarsi al controllo dei malviventi quando erano in corso le attività di spaccio. Anche i citofoni erano stati disattivati».

“Ringrazio la Polizia di Stato e l’Arca Puglia centrale – ha commentato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano – per aver tutelato la legalità. Non esistono “zone franche” nei quartieri di edilizia residenziale pubblica. Collaboriamo senza fermarci e senza clamore con le forze dell’ordine e mi complimento per il coraggio dimostrato dall’Arca anche nel dare supporto in situazioni come questa che riportano sotto il controllo pubblico aree che erano state conquistate dai clan”.

Privacy Policy Cookie Policy