La vicenda
Torre a Mare, barca arenata nel porticciolo. L'appello: «Urge il dragaggio»
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Il comitato dei pescatori: «Le barche non possono solcare il mare, il settore è in crisi»
TORRE A MARE - Barche incagliate nella sabbia, turismo depauperato, ma soprattutto il settore nevralgico della pesca ridotto al collasso. L’annoso problema del dragaggio del porticciolo di Torre a Mare continua ad affliggere l’intera comunità di quartiere. E neanche a farlo apposta, come vi mostriamo in questo video, proprio questa mattina, 8 febbraio, una barca si è arenata.
Lo scorso settembre i pescatori esposero un eloquente striscione sul molo, rivendicando l’urgenza dell’intervento. Tale opera nel porto del quartiere a Sud della città, nonostante l’affidamento tramite gara pubblica, non è ancora stata realizzata per via di un lungo contenzioso giudiziario avviato dal Consorzio Stabile Valori S.c.a.r.l. (aggiudicatario dei lavori), risolto recentemente in maniera transattiva e senza costi aggiuntivi per l’amministrazione comunale. Nei mesi scorsi l’amministrazione comunale ha fornito tutta la documentazione necessaria alla Regione Puglia (ente che finanzierà i lavori) e a novembre è arrivata la conferma della disponibilità a trasferire al Comune di Bari il previsto finanziamento pari a 1.695.049,46 euro. Ma i tempi di realizzazione non saranno brevi.
«Oggi il porticciolo sembra un laghetto. L’ultimo dragaggio risale al 1998», afferma Franco Virgilio, presidente della Pro Loco di Torre a Mare. «Da allora, sono stati attuati soltanto palliativi. Le barche dei pescatori non possono solcare il mare creando un danno incalcolabile ad un borgo che ha sempre vissuto dell’attività ittica. Comprendo che le tempistiche tecniche siano complesse, ma la pesca a Torre a Mare rischia di morire». «La situazione è grave: per uscire in barca dobbiamo arrivare a piedi nella zona dei pochi pontili utilizzabili. Il porticciolo è stato completamente sgomberato: ormai non sembra più nemmeno un approdo per le imbarcazioni. Con la primavera arriverà il periodo delle secche: si vedrà la sabbia affiorare dall’acqua e il vento la trasporterà anche a ridosso delle attività commerciali. Eppure, non abbiamo alternative: abbiamo atteso finora e speriamo che lo sblocco dei fondi possa finalmente rivelarsi risolutivo».
«Attualmente siamo riusciti a preservare circa un milione su una progettazione ripartita da zero», afferma l’assessore comunale alla cura del territorio, Domenico Scaramuzzi. «Abbiamo già affidato al gruppo di ingegneri che si occuperà della progettazione del dragaggio, nonché la ditta incaricata per il campionamento delle sabbie dei fondali. Il gruppo di progettazione fornirà l’elenco di dei punti e le modalità per eseguire il campionamento, poi tale relazione sarà girata ad Arpa per ottenere le autorizzazioni. Quindi procederemo alla consegna alla ditta incaricata dei prelievi e della caratterizzazione sabbie e forniremo i risultati di laboratorio dati al gruppo di progettazione. Da quel momento, occorreranno 60 giorni per avere il progetto esecutivo che potrebbe essere pronto tra giugno e luglio. Seguirà la gara d'appalto per i lavori di dragaggio: un iter che richiederà 3-4 mesi. Realisticamente, potremmo iniziare prima di Natale e terminare entro la primavera del 2026». Possibile, tuttavia, che siano necessari ulteriori fondi rispetto a quelli attualmente disponibili. «Scopriremo questo particolare soltanto in corso d’opera», specifica Scaramuzzi. «Ma abbiamo già avuto disponibilità dalla Regione per eventuali integrazioni. Per il 2025 purtroppo non riusciremo a completare un’opera fondamentale, ma il 2026 deve rappresentare un obiettivo concreto».