Le mani sulla città
Gasparri a Bari: «La polemica di Decaro è una commedia». Sisto: «Non abbiamo chiesto lo scioglimento del Comune»
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Le parole del capogruppo di Forza Italia e del sottosegretario dopo la polemica e il discorso di Decaro: «Al ministro dell’Interno i parlamentari hanno chiesto chiarezza»
BARI - «Noi non abbiamo chiesto lo scioglimento del Comune di Bari, il gesto dei parlamentari del territorio è stato quello di chiedere al ministro dell’Interno chiarezza». Lo ha detto il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, a margine della conferenza stampa convocata a Bari dal capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, dopo le polemiche sorte in seguito alla decisione del Viminale di inviare la commissione di accesso per valutare l’esistenza di condizionamenti mafiosi all’interno del Comune di Bari.
«Abbiamo voluto chiedere cosa sia accaduto - ha aggiunto Sisto - per evitare, come spesso è avvenuto, che qualcuno potesse pensare che un episodio di questo genere potesse passare sotto silenzio». Sisto ha chiarito che «Bari, e i baresi che noi rappresentiamo e abbiamo rappresentato, hanno diritto di conoscere la verità».
IL COMMENTO DI GASPARRI
«La legalità è urgente, lo dico a Emiliano. E’ urgente sempre. Se la legalità è stata rispettata ne saremo tutti contenti». Lo ha detto a Bari il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nel corso della conferenza stampa convocata in seguito alle polemiche suscitate dalla nomina di una commissione di accesso per valutare l'esistenza di condizionamenti mafiosi all’interno del Comune di Bari, disposta dal Viminale dopo un incontro con parlamentari pugliesi del centrodestra. Il riferimento è alle dichiarazioni del governatore della Puglia sulle tempistiche dell’indagine, a tre mesi dalle elezioni.
«I fatti di cui parliamo sono questi - ha aggiunto Gasparri riferendosi all’inchiesta della Dda di Bari denominata Codice interno -. Ci sono leggi e norme che vanno applicate. Andremo avanti. Non facciamo investigazioni, che riguardano lo Stato, ma neanche le vogliamo impedire. Riteniamo molto grave ciò che è accaduto». Gasparri ha aggiunto che la scelta del candidato sindaco del centrodestra, per le amministrative di giugno a Bari, «è in corso e verrà fatta a prescindere dagli esiti dell’inchiesta della commissione, per i quali ci vorranno mesi». "Ci troviamo di fronte a un complesso di potere determinato e spregiudicato - ha spiegato - quindi la competizione deve tenere conto di una consuetudine del potere che a volte decide anche le primarie degli altri». Quanto all’ipotesi di candidare il magistrato Stefano Dambruoso, Gasparri ha evidenziato che «stiamo sondando varie ipotesi, non sappiamo quale decisione prenderà ma non possiamo decidere solo in base a questi fatti».
«Ci sono state polemiche esagerate sulle nostre iniziative che a tratti hanno assunto una dimensione recitativa. Non si capiva se fosse un film o una commedia all’italiana con lacrime e pianti, con la fascia tricolore da mettere e togliere, con offese». Lo ha detto a Bari il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nel corso della conferenza stampa convocata in seguito alle polemiche suscitate dalla nomina di una commissione di accesso per valutare l’esistenza di condizionamenti mafiosi all’interno del Comune di Bari, disposta dal Viminale dopo un incontro con parlamentari pugliesi del centrodestra. Il riferimento è in particolare alla conferenza stampa del sindaco Antonio Decaro, organizzata due giorni fa.
«Siamo stati paragonati a Gomorra - ha aggiunto - è una cosa più ridicola che minacciosa. Stiamo affrontando la situazione sulla base di un principio di garantismo che non rende alcuni immuni da verifiche amministrative e da accertamenti giudiziari».
«Ho visto la recita con la fascia tricolore e gli impiegati che battevano le mani - ha ricordato Gasparri -. Le lacrime non so se fossero sincere. Ho visto le offese a noi e ai parlamentari baresi, io stesso sono stato menzionato in relazione ad alcune fiction, quando interprete della fiction sembrava il protagonista di questa sceneggiata».
«Ho visto - ha proseguito Gasparri - che ieri ci sono state manifestazioni di assoluzione che hanno emesso già editti, domani ci saranno processioni e cortei come fosse una Pasqua anticipata di resurrezione, quando non è morto nessuno. E’ una campagna un pò ridicola».
NESSUNO VUOLE OFFENDERE BARI
«Questa storia che stiamo attaccando Bari non va bene. Io non sono barese, gli amici che sono al mio fianco lo sono. Nessuno vuole offendere una città come nessuno offende Roma se ci sono fenomeni di degrado o i Casamonica, o Napoli per la Camorra». Lo ha detto a Bari il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, nel corso della conferenza stampa convocata in seguito alle polemiche suscitate dalla nomina di una commissione di accesso per valutare l'esistenza di condizionamenti mafiosi all’interno del Comune di Bari, disposta dal Viminale dopo un incontro con parlamentari pugliesi del centrodestra.
«Riteniamo - ha aggiunto - che questa vicenda dell’azienda municipalizzata Amtab sia grave ed eclatante ed è da qui che si è partiti». Gasparri ha evidenziato che «le offese che i compagni di partito del sindaco di questa città (Antonio Decaro, ndr) hanno rivolto al ministro Piantedosi sono veramente incredibili. Matteo Piantedosi non ha tessere di partito, è stato apprezzato prefetto di Bologna e Roma, è stato capo di gabinetto del ministero dell’Interno e ora è ministro dell’Interno. Non è né sprovveduto né avventato e non prende decisioni politiche. Ha fatto commissioni di accesso in Comuni di varia natura e alcuni sono stati sciolti senza guardare al colore delle amministrazioni, visto che erano anche di centrodestra». Gasparri ha chiarito che «non c'è scritto nella Costituzione che dove c'è Decaro e il Pd non si può fare un’indagine o un riscontro, non c'è immunità».
«Abbiamo avuto altri Comuni in passato sciolti per via di vicende che riguardavano aziende legate all’amministrazione. Questa azienda (Amtab, ndr) è controllata al cento per cento dal Comune di Bari, che è socio unico».
«Mi risulta - ha aggiunto Gasparri - che da qualche anno il sindaco di Bari abbia una delega riguardante queste aziende. Quindi la connessione c'è e la commissione quindi farà le sue verifiche». «Riteniamo - ha aggiunto - che la reazione sia stata esagerata, così come l’estensione nazionale».
«Il fatto che alcuni politici locali eletti in un contesto siano trasmigrati altrove per me è un’aggravante perché il trasformismo, vecchio virus politico che affligge il mondo da secoli, è grave». Il riferimento è all’ex consigliera comunale di Bari, Maria Carmen Lorusso, arrestata nell’ambito dell’inchiesta Codice interno, eletta nelle fila del centrodestra e poi passata nell’attuale maggioranza di centrosinistra.
«Ci sono - ha aggiunto Gasparri - forme di espansione del potere locale che attraggano persone che, elette da una parte, finiscono in un’altra. La transumanza è una manifestazione del potere. In questa Regione abbiamo visto andare a cercare le liste civiche Comune per Comune, quando invece bisognava occuparsi della Xylella».
«Non esiste l’auto attribuzione del certificato anti mafia, che è uno strumento che esiste. Noi non lo vogliamo rilasciare a nessuno e riteniamo di meritarlo con la nostra condotta personale. Agli altri auguriamo di poterlo meritare sul campo e non di stampigliarselo da soli».
Riferendosi all’attuale amministrazione comunale del capoluogo pugliese, Gasparri ha aggiunto che «diano spiegazioni invece di elargire minacce da una parte o ricevere benedizioni anzitempo dall’altra. Noi non ci lasciamo zittire da nessuno ed essendo garantisti non emettiamo né sentenze di condanna, né di assoluzione fra un corteo e l’altro. Non è che se uno combatte la mafia non può essersi distratto nella gestione del suo territorio».