MIlle uomini della polizia impegnati
Mafia e colletti bianchi: oltre 100 arresti a Bari. In manette anche Tommy Parisi, ai domiciliari consigliera comunale Lorusso
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Colpo a clan Japigia. Tra le accuse: voto di scambio, estorsioni, porto e detenzione di armi, reati inerenti agli stupefacenti, frode in competizioni sportive
BARI - Sono più di mille, tra donne e uomini della polizia di Stato, gli agenti impegnati, dalle prime luci dell’alba, a Bari e nell’area metropolitana, a dare esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari, e a ingenti sequestri di natura patrimoniale, nei confronti di 130 soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsioni, porto e detenzioni di armi da sparo, illecita commercializzazione di sostanze stupefacenti, turbata libertà degli incanti, frode in competizioni sportive, tutti reati aggravati dal metodo mafioso. I pm sono Buquicchio, D’agostino, Perrone Capano, coordinati dal procuratore aggiunto Giannella.
Il colpo, a Japigia, ha visto anche l'arresto di Tommy Parisi. È stato possibile documentare l’ingerenza elettorale politico–mafiosa, in particolare di consorterie criminali di stampo mafioso, nelle consultazioni amministrative per le elezione comunali di Bari del 26 maggio 2019.
Tra gli arrestati c'è anche Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale della Puglia, finito in carcere, marito della consigliera comunale di Bari Maria Carmen Lorusso, ai domiciliari con il padre Vito Lorusso, l'oncologo arrestato lo scorso 12 luglio mentre intascava soldi da un paziente con la promessa di fargli saltare la lista di attesa per un esame all'Istituto Tumori, da cui è stato poi licenziato.
(video Donato Fasano)
PLAUSO DELLA PROCURA
Il procuratore Roberto Rossi: “Questa operazione della Polizia è stata fatta con una professionalità incredibile, capacità investigativa e grande senso istituzionale. Parliamo di infiltrazioni della criminalità nel mondo politico, sportivo e sociale: è una operazione significativa perché a tutela della vita democratica del paese: un paese è libero se è libero e il voto e sei i cittadini possono esprimersi senza avere timori. Testimonia il lavoro del mondo giudiziario di attenzione rispetto a questi fenomeni: uno dei nostri obiettivi è il recupero del profitto illecito e la individuazione dei fenomeni di connessione tra criminalità organizzata e mondo sociale. La criminalità è pericolosa non solo perché spaccia e spara, ma perché questo uso della violenza influenza la vita sociale e su questo la Procura, nel rispetto delle norme e dei diritti dei cittadini, è un presidio a tutela libertà. Quando parliamo di inquinamento nel voto parliamo di un fenomeno circoscritto. Questo inquinamento è stato mirato, non generalizzato, bisogna riconoscere che l’attività dell’amministrazione e degli enti locali è sempre stata nella direzione della lotta alla criminalità. Questo fenomeno, che è marginale, non incide sulla attività dell’amministrazione. Però c’è.”.
Il procuratore nazionale Antimafia Giovanni Milillo: “Da questa operazione emerge un quadro allarmante della operatività del clan, per la sua vocazione universalità tipica delle associazioni mafiosa: tendenza a occupare qualunque spazio della vita sociale per ottenere vantaggi”.
Il procuratore aggiunto, coordinatore della Dda di Bari, Francesco Giannella: “è un caso di scuola che dovrebbe essere studiato: è la fotografia della mafia moderna in un territorio cittadino nel quale non solo l’organizzazione criminale agisce in modo militare, ma anche sotto il profilo affaristico e imprenditoriale, con penetrazione nel tessuto sociale”.
Numerosi gli ambiti in cui l’indagine ha documentato “interconnessioni” del tessuto sociale con quello mafioso: le assunzioni imposte in una municipalizzata che “rappresentano un modello di welfare, un modo per assicurarsi la riconoscenza della popolazione”, il ruolo dei professionisti, che “rappresentano quella zona grigia attraverso cui attuare la penetrazione in contesti non tipici dei mafiosi”. L’inchiesta rivela la “penetrazione nel mondo del calcio dilettantistico, le turbative d’asta, il condizionamento di parte delle elezioni comunali del 2019”. “Quello della mafia – ha detto Giannella - non è un mondo separato ma ci sono interconnessioni comuni. Una rappresentazione della realtà che fa cadere luoghi comuni e dovrebbe essere motivo di approfondimento per tutti dal punto di vista sociologico ed economico, oltre che giudiziario”.