BARI - Con la vigilia di Natale alle porte sono tantissimi i baresi che si riversano nel mercato rionale di Santa Scolastica per fare il pieno di prelibatezze per il cenone del 24 e per il pranzo del 25 dicembre. C'è chi rispetterà la tradizione e si concederà il classico capitone al sugo, chi punterà sulla carne o sulla pasta fatta in casa, e chi invece prediligerà i dolci. Ma una cosa accomuna tutti i baresi: la voglia di passare le feste in famiglia dopo due anni di pandemia. Ed ecco che spuntano i consigli culinari per mettere in tavola un pranzo o una cena gustosi ma con costi ridimensionati, perché si sa la crisi galoppa.
La regola dice che alla Vigilia di Natale a Bari si mangia pesce crudo: allievi, taratuffi, cozze e chi più ne ha, più ne metta. Tra chi aprirà le porte della propria casa ad amici e parenti e chi invece sarà "invitato", tutti hanno già pensato al menù natalizio. Ultimi ritocchi quindi per celebrare le festività all'insegna dell'allegria e del buon cibo. Non mancano neppure le stilettate al governo e al rincaro dei prezzi della spesa: un tempo forse si riusciva a preparare un sontuoso cenone con prezzi modici, ora anche i mandarini costano molto molto di più.
«Non ci sono più soldi - commentano commercianti e clienti - si va al risparmio». E c'è chi tra ironia e frecciate lancia anche un messaggio al sindaco di Bari, Antonio Decaro: «Per Natale? Vado a mangiare a casa del sindaco». Che le feste abbiano inizio.