musica

«Lost Tapes», il jazz che nessuno ricorda: da oggi online il primo appuntamento col clarinetto di Enzo Lorusso

Ugo Sbisà

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Livio Minafra cura una collana sui solisti rubastini del passato

Qualcosa comincia a muoversi nel lavoro di ricerca e ricostruzione della storia del jazz pugliese e di quelle musiche in un certo senso «parallele» che, nei decenni del secondo dopoguerra, a loro modo si giovarono della presenza di solisti corroboratisi nella pratica jazzistica.

Cominciò diversi anni fa il poeta e musicista Vittorino Curci, recuperando dall’oblìo il sassofonista di origini nocesi Vito Morea, il cui nome è citato anche in quella «bibbia» del jazz italiano costituita dai due volumi a firma di Adriano Mazzoletti usciti per i tipi della Edt (a proposito, in barba ai suoi 85 anni, il nostro ne sta per licenziare un terzo dedicato alla scena contemporanea). Ora da Noci la scena si sposta a Ruvo, la città del Talos ed il motivo è presto detto, perché dietro questo nuovo progetto di recupero della memoria, denominato «Lost Tapes», c’è il pianista Livio Minafra che, dopo essersi appassionato in famiglia alle vicende del jazz pugliese, ha intrapreso una meritoria attività di ricerca.

Musicisti rubastini allora e quasi tutti clarinettisti e sassofonisti in ossequio a una tradizione avviata negli Anni ‘30 dal compositore e didatta Alessandro Amenduni - anch’egli clarinettista - che resse le sorti della civica scuola di musica. E la prima riscoperta riguarda il clarinettista Enzo Lorusso del quale proprio oggi esce una raccolta con una serie di rarità che impegnano, fra i tanti, un giovanissimo Michele Marvulli, alle prese con una rara sortita jazzistica.
Due parole per inquadrare il personaggio Lorusso, sicuramente sconosciuto ai più. Il suo nome figura accanto al grande chitarrista andriese Cosimo Di Ceglie - antesignano della chitarra jazz in Italia e autore della nota Oi Marì - ma anche in formazioni guidate da Peppino Principe, Mina, Fred Bongusto e persino dal re del mambo Perez Prado, che cercò inutilmente di convincerlo a trasferirsi negli Stati Uniti. Il cd della collana «Lost Tapes», le cui tracce Minafra ha anche provveduto a restaurare rendendole più fruibili, ne propone alcuni brani profumati di jazz e incisi con mezzi di fortuna nei primi Anni ‘50. Sono, tra gli altri, 32 Battute in Fa del pugliese Domenico Laganara, Senza tregua di Angelo Giacomazzi, l’ellngtoniano In a sentimental mood e At the Woodchopper’s Ball che fu il cavallo di battaglia dell’orchestra di Woody Herman. Una testimonianza significativa del jazz suonato in Puglia in anni ormai lontani e ingiustamente dimenticati.

Ma quella su Lorusso è appunto la prima uscita di una collana che darà appuntamento ogni mese e che, dopo essere stata ideata per cinque appuntamenti è già cresciuta e non è detto che continui ad acquisire nuovi titoli in corso d’opera. Le prossime uscite saranno allora dedicate a Santino Di Rella, altro noto solista che negli Anni ‘70 suonò anche nel Southern Jazz Ensemble. Seguirà il fisarmonicista Mimì Laganara, unico non rubastino (è di Bisceglie) e ormai ultranovantenne. Poi, tornando a sax e clarini, ci saranno Santino Tedone e Filippo Pellicani, entrambi attivi, tra l’altro, anche nei gruppi guidati da Bruno Giannini (Tedone suonò pure nell’orchestra della Rai) e poi ancora Nunzio Jurilli e Franco Sette.
Le registrazioni saranno disponibili solo in versione digitale (niente cd dunque) sulle principali piattaforme online. Si parte oggi con Lorusso. A tutto swing.

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