L'intervista

Voilley, De Nicolo e la Superlega: «La Puglia deve esserci»

Antonio Calò

«Servono altri investitori per poter creare nuovi progetti». Pugliese di Terlizzi, 42 anni, lavora a Piacenza ed è uno dei più apprezzati operatori di mercato

È uno dei giovani direttori sportivi più apprezzati del panorama italiano, Ninni De Nicolo, pugliese di Terlizzi, 42 anni, direttore tecnico della Gas Sales Bluenergy Piacenza di Superlega. Ha iniziato la carriera nel sodalizio della propria città, nelle serie regionali, contribuendo alla scalata sino all’A2. In seguito, ha legato il proprio nome al doppio salto dalla B1 all’A1 del Molfetta, società con la quale ha lavorato quattro stagioni in massima serie, due in A2 e due in B1. Poi è stato in forza a Trento, per una annata, in Superlega, ed alla Tonno Callipo Vibo Valentia, per cinque stagioni, delle quali quattro in Superlega ed una in A2, centrando la vittoria del campionato, della Supercoppa e della Coppa Italia. Ora collabora con uno dei top club italiani. Abbiamo chiacchierato con lui di Superlega, Coppa Italia, Champions, pallavolo pugliese e della nazionale.

Il primo trofeo del 2024, la Del Monte Coppa Italia, è stato vinto dalla Sir Susa Vim Perugia, che già si era aggiudicata la Supercoppa ed il mondiale per club. È la squadra più forte del panorama italiano?

«I risultati dicono questo. Quando si lotta al vertice, la cosa che conta è farsi trovare pronti agli scontri da dentro o fuori, quando sono in palio i trofei. Il team umbro ci è riuscito e merita i complimenti. Pertanto, avrà i favori del pronostico anche nei playoff che assegneranno lo scudetto. Ma questo non significa che se lo cuciranno sulla maglia perché si ripartirà da zero e perché ci sono altre compagini agguerrite come Itas Trentino, noi della Gas Sales Bluenergy, Cucine Lube Civitanova, Allianz Milano e Mint Vero Volley Monza. Quest’ultimo team ha sorpreso positivamente in Coppa Italia, battendo l’Itas in semifinale ed impegnando la Sir Susa Vim in finale. In ottica titolo tricolore, però, Perugia avrà il vantaggio di non essere impegnata in Champions, il che le permetterà di consumare meno energie e di preparare con molta calma i match di Superlega».

In Champions, nelle ultime stagioni, si è assistito al dominio dei polacchi dello Zaksa. Nel 2024 ci sono i presupposti perché una italiana torni sul gradino più alto del podio?

«Trentino, Civitanova e Piacenza sono in corsa ed hanno ottime carte da giocare. Noi della Gas Sales Bluenergy avremo, nei quarti, il compito probabilmente più delicato, dovendo duellare con i polacchi dello Jastrzebski Wegiel. Ma abbiamo l’obiettivo, in Champions come in campionato, di arrivare quanto più in alto possibile e ci proveremo con tutte le nostre forze».

Come valuta sin qui la sua esperienza in un top club come Piacenza?

«Mi trovo molto bene. Si tratta di una società estremamente organizzata, nella quale viene curato ogni dettaglio, un sodalizio che continua a crescere giorno dopo giorno e che punta a fare sempre di più e meglio».

La Gioiella Prisma Taranto è penultima. Si salverà?

«Gli jonici pagano un avvio stentato. Hanno perso sei incontri al tie-break e questa circostanza ha pesato a livello psicologico. Ma hanno avuto il merito di imporsi in alcune sfide-chiave e sono ad un passo dalla permanenza. Sei lunghezze di margine sul fanalino di coda Farmitalia Catania costituiscono un buon bottino a questo punto dell’annata agonistica. Insomma, si tratta di compiere un ultimo sforzo: serve il guizzo finale che sancisca in via definitiva la permanenza. Per la Puglia è fondamentale avere una formazione di riferimento in Superlega. Il movimento pallavolistico della mia regione è uno dei più vitali in ambito nazionale e meriterebbe più di un club in massima serie».

Cosa impedisce alla Puglia di essere più ambiziosa?

«Taranto può permettersi la Superlega grazie a due imprenditori del calibro di Bongiovanni e Zelatore, che hanno deciso di investire nel volley. Servirebbero altri che seguissero il loro esempio perché non si raggiunge la Superlega e soprattutto non si riesce a conservarla senza le risorse economiche necessarie».

In A2, la BCC Tecbus Castellana Grotte è penultima, a pari punti con l’Ortona. Centrerà la salvezza?

«La situazione non è facile, ma il sestetto allenato da Cruciani dovrà stringere i denti e crederci sino in fondo: l’Aversa è a più tre lunghezze ed il Pineto a più quattro. Guai a mollare la presa».

In A3, la Rinascita Lagonegro è seconda, mentre Just British Bari, Aurispa Delcar Lecce e Leo Shoes Casarano sono in acque tempestose, tra zona retrocessione diretta e zona-ply out. Come finirà?

«Il sestetto lucano avrebbe lottato per il primato senza l’infortunio che ha tenuto fuori per alcuni turni il regista titolare. Lagonegro si giocherà le proprie chance nei play off. Dal Bari mi sarei aspettato qualcosa di più. Per Just British, Aurispa Delcar e Leo Shoes vale il medesimo discorso fatto per il Castellana: dovranno battagliare sino alla fine con grande convinzione».

La nazionale non ha ancora il pass per i giochi olimpici. Lo conquisterà?

«A Parigi ci saremo. Il rancking è dalla nostra. De Giorgi ha creato un gruppo giovane ed affiatato, ricco di ragazzi talentuosi. Da anni gli azzurri non avevano tanta presa sul pubblico. Penso che alle Olimpiadi saremo protagonisti».

Alle spalle dei componenti della rosa attuale ci sono i giusti ricambi generazionali?

«Sono certo di si. Cito per tutti cinque giovanissimi: Boninfante, Luca Porro, Bovolenta, Orioli e Laurenzano».

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