Cantieri aperti
A 6 anni dal terremoto di Amatrice
Ad Amatrice, sei anni dopo il terribile terremoto, la ricostruzione è stata avviata. Anche se con grande fatica. Il sindaco lamenta «poca attenzione Istituzioni».
TERREMOTO DI AMATRICE - L’alba di un nuovo giorno ad Amatrice ha le sembianze delle gru e dei ponteggi che stanno a raccontare che, sei anni dopo il terribile terremoto, la ricostruzione è stata avviata. Anche se con grande fatica. La visita ai principali cantieri - l’orfanotrofio Don Minozzi, il tunnel dei sotto servizi nel centro storico e l’ospedale - organizzata dalla struttura commissariale assieme al Comune e alla Regione Lazio, alla vigilia del sesto anniversario dal sisma che provocò distruzione e la morte di 303 persone (239 solo ad Amatrice), ha il sapore di un’iniezione di fiducia che si traduce sia nelle parole del commissario Giovanni Legnini che in quelle del sindaco Giorgio Cortellesi che, però, non le manda a dire alle «massime autorità istituzionali» che quest’anno, sottolinea, disertano l’anniversario. Una sottolineatura che potrebbe vedere però qualche eccezione, specie tra i politici. Non si esclude infatti la presenza domani nel centro reatino del leader della Lega Matteo Salvini e di qualche altro big.
«Oggi ad Amatrice - spiega il commissario - sono aperti 485 cantieri, una quarantina nel centro storico e alcuni condomini sono stati riconsegnati». «Questo - aggiunge - è l’anno vero della ricostruzione e lo dico con oggettività, senza alcun trionfalismo». Alla domanda su quanto si impiegherà per ricostruire Amatrice, il commissario è netto: «Dipende dal ritmo di presentazione dei progetti». E commentando l’ascesa dei prezzi e il superbonus 110 per cento che hanno «frenato» la ricostruzione del cratere sismico, sottolinea che «è stata una corsa ad ostacoli negli ultimi due anni. Ogni volta abbiamo cercato di superare tutte le difficoltà, adesso spero che tutto possa procedere spedito».
Il sindaco immaginando la Amatrice del futuro - «Diventeremo il borgo più bello d’Italia» - non ha digerito quella che lui chiama «assenza della politica». «Che in questo sesto anniversario ci ha dimenticato - spiega Cortellesi - Avremmo voluto la presenza delle alte cariche dello Stato, a cominciare dal presidente del Consiglio, Mario Draghi e lo dico con il massimo rispetto per il ministro Maria Cristina Messa che sarà domani ad Amatrice». «Non ci sentiamo invece dimenticati in senso assoluto perché è ancora grande l’attenzione degli italiani verso la nostra situazione», ha aggiunto il sindaco.
«Sul fronte della ricostruzione, questo è l’anno della ripartenza, siamo all’alba di un nuovo giorno», ha detto convinto Cortellesi, che non dimentica un pensiero alle vittime: "La ricostruzione la dobbiamo proprio a loro e alle loro famiglie». Se la torre civica rimasta in piedi nel centro storico raso al suolo è una delle icone del terremoto 2016, il recupero del Don Minozzi è strategico per il futuro, anche economico, della cittadina laziale una volta ricostruita. Il Don Minozzi era un gigantesco complesso nato per dare un futuro agli orfani di guerra. Il suo recupero - è il cantiere privato più grande della ricostruzione, finanziato con 43,8 milioni di euro - è guidato dall’archistar Stefano Boeri che lo ha ripensato completamente. «Il Don Minozzi - spiega L’architetto - sarà una delle grandi componenti della rinascita di Amatrice e sarà ricostruito anche con le sue macerie e questo è un processo interessante, sia in termini di economia circolare, sia per una specifica valenza simbolica».
Terremoto: ex sindaco Amatrice, qui i veri resilienti
«Sei anni fa c'era una vita, un paese, c'era un borgo. Oggi quel borgo non c'è più. Mi chiedono se Amatrice è risorta, Amatrice non è mai morta perché qui ancora resistono. Sono i veri resilienti perché manca il paese. Tutto quello che oggi c'è di pubblico è grazie alle donazioni. Penso che l’ospedale sarà pronto tra due anni quindi a otto anni dalla distruzione». Lo dice Sergio Pirozzi il consigliere regionale del Lazio, della Lega, ex sindaco di Amatrice, intervenuto nel programma Gli Inascoltabili su New Sound Level.
«L'anno scorso con il Presidente Zingaretti hanno messo il primo blocchetto, non pietra, dell’istituto alberghiero gestito dalla Regione oggi li c'è solo un cratere - ricorda Pirozzi -. Qui ad Amatrice ci sono due Italie quella che, quando ero sindaco io e lo rivendico, in due anni è riuscita a ricostruire una scuola da 11 milioni di euro, 6 dei quali donati dal compianto Sergio Marchionne. E poi dall’altra parte c'è la Regione che ancora oggi lascia al palo l’istituto alberghiero, eccellenza legata anche alle tradizioni enogastronomiche di questo territorio e che aveva cento allievi».
«Io non ne faccio una questione di bandiere ma su questo non sono stati bravi - aggiunge Pirozzi . Qui sono saltate tutte le fognature e ancora non è iniziato il lavoro per rifare i sottoservizi», ribadisce l’ex sindaco che poi sottolinea: «A fine anno scade la misura di sostegno economico del 2017, la zona franca urbana speciale, con l’esenzione per tasse e contributi per le popolazioni colpite dal sisma. Mi auguro che la politica la proroghi, altrimenti il tessuto economico di Amatrice, Accumuli, Arquata e i paesi che sono stati distrutti, finisce. E allora è inutile parlare di ricostruire le case se il tessuto economico non c'è», conclude Pirozzi.
Terremoto: Boeri, Amatrice dovrà tornare di grandissima qualità
«Amatrice dovrà tornare ad essere quello che era e cioè un piccolo centro di grandissima qualità": a dirlo all’Ansa è l’architetto Stefano Boeri, che nella cittadina distrutta dal terremoto del 2016 sta ricostruendo lo storico orfanotrofio Don Minozzi. Un progetto che consegnerà al territorio un complesso articolato «dove i giovani torneranno a lavorare e studiare», sottolinea l’archistar.
«Il Don Minozzi - aggiunge - sarà una delle grandi componenti della rinascita di Amatrice e sarà ricostruito anche con le sue macerie e questo è un processo interessante, sia in termini di economia circolare - dice Boeri - sia per una specifica valenza simbolica». L’architetto, infine, non ha dubbi che in futuro si "punterà sempre più al recupero dei piccoli borghi, anche in considerazione dei cambiamenti climatici», sottolinea. «Sono fiducioso che ci sarà la giusta attenzione verso i piccoli centri, anche quelli oggi abbandonati e le grandi città dovranno ripensare il loro rapporto proprio con i borghi», conclude Boeri.
Terremoto: Legnini, per Amatrice è anno vero ricostruzione
«Amatrice sei anni dopo ha finalmente un’idea, un progetto per essere ricostruita»: a dirlo all’Ansa è il commissario straordinario alla ricostruzione post sisma, Giovanni Legnini, nel corso della visita ai cantieri della cittadina rasa al suolo dal terremoto del 24 agosto 2016. Una passeggiata, alla vigilia del sesto anniversario, che si è snodata tra l’area del complesso Don Minzoni, il centro storico di Amatrice con il tunnel dei sotto servizi e il cantiere dell’ospedale.
«Sono ad oggi aperti 485 cantieri, una quarantina nel centro storico e alcuni condomini sono stati riconsegnati», aggiunge Legnini. Che sottolinea: «Questo è l’anno vero della ricostruzione, una fiducia suffragata da elementi concreti e dagli esiti del lavoro che è stato portato avanti da un anno a questa parte». Alla domanda si quanto si impiegherà per ricostruire Amatrice, il commissario è netto: «Dipende dal ritmo di presentazione dei progetti». «Posso auspicare 3-4 o 5 anni per la consegna dei progetti? Adesso la palla passa davvero nelle mani delle imprese e dei progettisti», evidenzia ancora il commissario. Prezzi alle stelle e superbonus 110 per cento gli altri temi che hanno «frenato» la ricostruzione del cratere sismico: «È stata una corsa ad ostacoli negli ultimi due anni - dice Legnini - Il Covid, l’aumento dei prezzi, il varo energia con la guerra in Ucraina, insomma ne abbiamo visti di tutti i colori». «Ogni volta abbiamo cercato di superare, anche se con fatica, tutte le difficoltà, adesso spero - conclude Legnini - che tutto possa procedere spedito».
Terremoto: sindaco Amatrice, mancano rappresentanti Stato
«In questo sesto anniversario dalla scossa di sei anni fa la politica ci ha dimenticato, avremmo voluto la presenza delle alte cariche dello Stato, a cominciare dal presidente del Consiglio, Mario Draghi e lo dico con il massimo rispetto per il ministro Messa che sarà domani ad Amatrice»: a dirlo all’Ansa è il sindaco della cittadina laziale cancellata dal terremoto del 24 agosto 2016, Giorgio Cortellesi.
«Non ci sentiamo invece dimenticati in senso assoluto perché è ancora grande l’attenzione degli italiani verso la nostra situazione», ha aggiunto il sindaco nei minuti che anticipano la visita al centro storico distrutto, assieme al commissario straordinario per la costruzione, Giovanni Legnini, rappresentanti della Regione Lazio e al vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili.
«Sul fronte della ricostruzione, questo è l’anno della ripartenza, siamo all’alba di un nuovo giorno», ha sottolineato Cortellesi, spiegando che «i cantieri ad Amatrice sono circa 450 tra quelli avviati e quelli terminati».
«Tra 4-5 anni immagino la città del futuro, eravamo tra i borghi più belli d’Italia e dovremo diventare il borgo più bello d’Italia», ha detto ancora il sindaco. Infine un pensiero alle 303 vittime del terremoto, 239 solo ad Amatrice: «La ricostruzione la dobbiamo proprio a loro e alle loro famiglie».