Tecnologie

Il «cabolo» made in Puglia batte il colosso Microsoft: punta sul riconoscimento vocale e trasforma il parlato in testo

Gianpaolo Balsamo

A San Vito dei Normanni, Mazzoccoli (Cedat85): parole e tecnologia alla base del successo

BRINDISI - Da corrispondente della Gazzetta da San Vito de Normanni a fondatore e amministratore delegato di una realtà imprenditoriale che, puntando sul settore del riconoscimento vocale e della trasformazione del parlato in testo, in quasi 40 anni di attività ha allargato il suo raggio d’azione in Italia e in Europa, sbaragliando la concorrenza internazionale anche di colossi informatici come Microsoft.

Lui, aspirante giornalista che è diventato nel frattempo imprenditore lungimirante e di successo, è Gianfranco Mazzoccoli, patron di «Cedat85» che alla sede storica di San Vito dei Normanni affianca quelle di Roma, Padova e una filiale estera a Londra. Una eccellenza imprenditoriale insomma, fra le dieci aziende pugliesi selezionate da Intesa Sanpaolo per il programma «Imprese Vincenti».

Una realtà imprenditoriale che ha costruito la sua fortuna essenzialmente grazie al «Cabolo», un prodotto tecnologico semplice e alla portata di tutti, un dispositivo che pesa meno di un chilogrammo e che va nel palmo di una mano ma che al suo interno racchiude la vera essenza dell’intelligenza artificiale. «Cabolo», infatti, nel pieno rispetto della privacy e in totale sicurezza, registra, trascrive, sincronizza audio e testo automaticamente, permettendo di ritrovare i singoli report con facilità, già indicizzati e catalogati.

«È il primo strumento di intelligenza artificiale che si è affacciato sul mercato», spiega Gianfranco Mazzoccoli.

«È un dispositivo genuino di conservazione dell’oralità che garantisce il livello di sicurezza e riservatezza necessario per i contenuti sensibili essendo completamente off-grid e non avendo bisogno di alcuna connessione Web per funzionare», aggiunge l’imprenditore di San Vito de Normanni.

È questo il motivo per cui la tecnologia di «Cabolo» è al servizio di oltre 1000 clienti fra istituzioni pubbliche (come la Presidenza del Consiglio dei Ministri oltre a numerose altre amministrazioni centrali, diversi Consigli regionali e più di 200 Comuni italiani), Università, rinomate aziende e istituti bancari. Utilizzano questa tecnologia anche il Parlamento Scozzese, la British Library (Biblioteca Nazionale del Regno Unito) e il Parlamento Tirolese. E, come se non bastasse, la brindisina «Cedat85» da qualche anno si è aggiudicata anche il servizio di trascrizione e traduzione automatica in 24 lingue delle sedute dell’Europarlamento, soffiato niente po' po' di meno che alla statunitense Microsoft di Bill Gates.

«Siamo partiti prima dell’avvento di internet e, con il tempo, puntando sulla ricerca e sull’innovazione, ci siamo concentrati soltanto sull’aspetto acustico, linguistico e semantico delle parole per decodificarle, trascriverle e memorizzarle. Ecco, in questo campo abbiamo maturato una importante expertise rispetto ai nostri competitor di fama internazionale che, è bene precisare, ragionano sul Cloud: tutto ciò che ognuno fa su Google, per esempio, finisce sui loro server che, attraverso i nostri dati, ci profila. Il nostro, invece, è un prodotto che ragiona al contrario: “Cabolo” immagazzina e tiene tutto dentro, non si collega ad alcun server esterno e conserva tutto criptato al suo interno. È uno strumento, inoltre, che ragiona in ottica multilinguistica».

«Cabolo», ci spiega il Ceo di «Cedat85», esiste nelle varianti «Podium» (che consente, in maniera facile e intuitiva, di seguire e comprendere quanto sta dicendo un relatore durante una conferenza internazionale: sullo schermo integrato nel podio e rivolto verso la platea, scorrono la trascrizione e la traduzione in tempo reale dell’intervento in corso in quel momento) e «Interview», ovvero la soluzione di trascrizione vocale pensata per tenere traccia di tutte quelle conversazioni che richiedono la massima accuratezza, riservatezza e sicurezza dei dati: riunioni, interviste ma soprattutto udienze, interrogatori, dibattimenti giudiziari.

Per il futuro la Cedat85 cosa ci riserverà? «Abbiamo progetti in essere con il Gran Consiglio del Canton Ticino e con altri Parlamenti di Stati europei» ci anticipa Mazzoccoli, svelando la voglia di godersi l’exploit della sua creatura imprenditoriale, oggi attiva con 120 dipendenti tra ingegneri, tecnici sviluppatori, fruitori e implementatori di tecnologie e linguisti. «Siamo impegnati, infatti, sulla potenza di riconoscimento delle nuove lingue dettate dalle problematiche di questi tempi (guerre, immigrazione clandestina) come l’arabo, per esempio, nelle sue diverse declinazioni per ottenere risultati apprezzabili»

«Inoltre, dopo l’avvento della riforma Cartabia del processo penale - afferma Gianfranco Mazzoccoli - la fonoregistrazione e la videoregistrazione rientrano tra le ordinarie e obbligatorie forme di raccolta degli atti processuali, tra cui l’interrogatorio. Si capisce, perciò, come questi momenti delicati dell’azione giudiziaria debbano essere svolti nella massima sicurezza e, se possibile, non servendosi dell’infrastruttura Cloud, per sua stessa natura violabile. Molti uffici giudiziari italiani, pertando, stanno mostrando interesse al “Cabolo Interview Kit” per registrare, trascrivere, archiviare digitalmente verbali di interrogatori in modo sicuro e con file crittografati: un verbale che identifica in modo univoco e protetto gli interlocutori, riportandone in maniera puntuale le dichiarazioni».

Insomma, da corrispondente della Gazzetta che annotava sul taccuino o registrava su bobina le sedute del consiglio comunale del suo paese, di strada ne ha fatta l’attuale presidente di «Cedat85». Adesso la sua impresa, vanto della Puglia laboriosa, è rinomata ovunque essendo leader in questo settore e, come ci ripete, «a distanza di un quarantennio, passare dal parlato allo scritto è ormai diventato un problema del…Cabolo». Parola di Gianfranco Mazzoccoli.

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