la tragedia sul lavoro

Operaio 29enne di Martina Franca morì folgorato a San Donato di Lecce: in tre patteggiano la pena

ALESSANDRA CANNETIELLO

Per un quarto imputato sarà il processo a chiarire le responsabilità. Antony Turnone il 29 marzo del 2022 morì mentre manovrava una gru nell'impianto fotovoltaico dove stava lavorando

Si è concluso con un rinvio a giudizio e tre patteggiamenti l’udienza preliminare che vedeva altrettanti imputati accusati di cooperazione in omicidio colposo per la morte di Antony Turnone, 29enne di Martina Franca che il 29 marzo del 2022 rimase folgorato mentre manovrava una gru nell’impianto fotovoltaico a San Donato di Lecce dove stava lavorando.

Il giudice Giulia Proto ha infatti accolto i patteggiamenti, tutti con pena sospesa, avanzati dai difensori degli imputati. Al direttore dei lavori - che ha patteggiato a 1 anno e 1 mese - e al coordinatore per la sicurezza - con pena di 1 anno e 2 mesi – l’accusa contestava di non aver previsto i rischi connessi alla presenza di quelle due linee elettriche aeree da 20mila volt non protette nel cantiere. Nello specifico al primo, oltre al mancato aggiornamento del piano di sicurezza, gli inquirenti contestavano di non aver provveduto a «sospendere, in presenza di un pericolo grave e imminente, direttamente riscontrato in cantiere, le singole lavorazioni sino alla verifica degli avvenuti adeguamenti da parte delle imprese interessate». Per semplificare, la procura di Lecce sosteneva che l’imputato vedendo Turnone manovrare la gru, non avesse messo in atto alcuna azione per scongiurare il verificarsi dell’incidente.

Al responsabile per la sicurezza, invece, la contestazione era che non avesse contemplato «alcuna prescrizione e indicazione di scelte progettuali e organizzative, procedure, misure preventive e protettive necessarie e idonee a eliminare o ridurre il rischio di elettrocuzione dei lavoratori in prossimità delle due linee elettriche aeree». Il capocantiere, invece – con pena a 1 anno e 3 mesi – quel giorno, secondo il magistrato inquirente, aveva indicato alla vittima il punto esatto in cui scaricare i container senza ponderare il rischio a cui stava per esporla. Nelle sue funzioni di preposto al posizionamento di quei box, per il pm Alessandro Prontera, l’uomo avrebbe dovuto sospendere ogni attività impedendo anzi l’accesso degli operai nell’area proprio a causa del pericolo concreto di folgorazione.

Unico ad affrontare il processo sarà infine l’amministratore delegato della società affidataria dei lavori, accusato dalla procura di Lecce di aver omesso prescrizioni e indicazioni nel piano di sicurezza relativamente alle presenza di linee elettriche aeree scoperte nel cantiere, valutandola come rischio «trascurabile» o «modesto» e dunque «omettendo» di informare la società noleggiatrice dei container e la ditta di trasporti del papà di Turnone, incaricata di effettuare quelle movimentazioni. Nel procedimento i familiari della vittima hanno deciso di costituirsi parte civile attraverso gli avvocati Luigi Palmieri ed Enrico Pellegrini.

Tre anni fa, Antony Turnone era intento a spostare dei container quando il braccio meccanico della gru che stava manovrando finì per toccare i cavi dell’alta tensione: una scarica che non gli lasciò alcuno scampo. Nonostante i soccorsi tempestivi, infatti, il 29enne morì durante il trasporto in ospedale al «Vito Fazzi» di Lecce.

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