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Giochi del Mediterraneo, il Governo cerca l’intesa col Comitato di Atene

FABIO VENERE

Dopo la crisi torna un clima più sereno: un’inversione di tendenza necessaria, ma non sufficiente per superare del tutto gli ultimi ostacoli e le polemiche

Almeno tre strade percorribili per siglare l’intesa tra il Comitato internazionale e il Comitato organizzatore locale. Che, evidentemente, almeno dal punto di vista formale, ancora non c’è. E questo anche se ora, dopo la riunione svoltasi l’altro ieri a Roma tra i vertici internazionali dei Giochi rappresentati da Davide Tizzano, quelli del Coni e quelli del Comune di Taranto, si respira un clima decisamente più sereno. Che segna, infatti, (almeno nei rapporti) un’inversione di tendenza necessaria, ma non sufficiente per superare del tutto gli ultimi ostacoli e le polemiche. Per essere ancora più chiari, dopo il confronto romano a cui ha partecipato anche il sindaco Bitetti, il cielo sereno ha preso il posto del vento di burrasca che, nei giorni scorsi, era soffiato così forte sino al punto da mettere in dubbio lo svolgimento della stessa manifestazione sportiva, in programma a Taranto dal 21 agosto al 3 settembre 2026.

Da quel che risulta alla Gazzetta, in queste ore, gli uffici di due ministeri (Sport e Coesione) stanno lavorando per trovare una soluzione sulle modalità per l’affidamento di alcuni servizi logistici necessari per organizzare i Giochi del Mediterraneo. Il riferimento è alle seguenti attività: timing e scoring ovvero i dispositivi per segnare i tempi e i punteggi degli atleti; cybersecurity ovvero quell’insieme di tecnologie, processi e pratiche per proteggere sistemi informatici, reti e dati dagli attacchi digitali, garantendo la loro riservatezza; il broadcasting ovvero i servizi televisivi della manifestazione e, infine, l’antidoping a cui gli atleti impegnati nelle gare dovranno sottoporsi. Il tutto, per un importo complessivo di 10 milioni di euro. Il Comitato internazionale dei Giochi del Mediterraneo (presidente l’italiano Tizzano, segretario è il greco Filippousis), dal canto suo, vorrebbe che questi servizi venissero affidati direttamente (senza gara) ad imprese di fiducia del Comitato così come già sarebbe avvenuto in precedenti edizioni della kermesse; ma per il presidente del Comitato organizzatore locale, Massimo Ferrarese, bisogna indire bandi pubblici visto che, per la legge italiana, gli affidamenti diretti sono consentiti solo per importi sino a 140mila euro. Sin qui, in estrema sintesi, le posizioni in campo. Che potrebbero essere avvicinate percorrendo una delle tre ipotesi su cui stanno lavorando i due ministeri. Di certo, tra queste, non c’è l’affidamento diretto che appunto sarebbe illegittimo e che il Governo, ovviamente, non potrebbe avallare.

E allora, tra le opzioni in campo, potrebbe esserci quella che potrebbe prevedere il trasferimento da Taranto (sede del Comitato organizzatore locale) ad Atene (sede Comitato internazionale) delle somme necessarie per assicurare questi servizi necessari all’organizzazione della manifestazione. Per la serie, Ferrarese si tirerebbe fuori dall’affidamento a privati di queste attività logistiche che quindi, in questo scenario, verrebbero affidate dai vertici sportivi greci. Altre opzioni sono, in realtà, ancora allo studio e poi quella che verrà individuata dovrà essere comunque presentata da Ferrarese e votata all’interno del Comitato organizzatore locale, in cui il Governo conta 4 componenti su 7.

Infine, a 315 giorni dall’inizio dei Giochi del Mediterraneo, sul fronte dei cantieri, i lavori sono terminati in 8 impianti sportivi su 40 e negli altri 32 sono, invece, in corso di esecuzione. Il cronoprogramma degli interventi sembra essere rispettato ma, al tempo stesso, bisogna far presto e, per questo, gli operai impegnati nel cantiere dello stadio «Iacovone» ora dovranno lavorare anche di domenica.

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