Le accuse
Taranto, condanne e niente sospensione per la baby gang dei Tamburi: i minori andranno in comunità
Ecco le ragioni per cui il tribunale ha scelto di non sospendere l’esecuzione della pena. Tra le accuse anche un tentativo di linciaggio aggravato dall’odio razziale
Per rieducare i minori coinvolti nell'inchiesta sulla baby gang al rione Tamburi è necessario collocarli in una comunità poiché le famiglie di appartenenza non sono idonee a garantire l'allontanamento dei minori dal contesto in cui i fatti sono avvenuti. È quanto ha sostanzialmente scritto il tribunale dei minori nella sentenza con la quale non solo ha condannato cinque minorenni coinvolti nell’inchiesta sulla baby gang che ha seminato il panico al rione Tamburi a gennaio scorso, ma ha anche negato il beneficio della sospensione condizionale della pena. Le pene inflitte vanno da un minimo di 1 anno e 2 mesi a 1 anno e 4 mesi per accuse come il tentativo di linciaggio nei confronti di un 26enne nigeriano, aggravato dall'odio razziale, il blocco della circolazione stradale e persino l’aggressione ai carabinieri.
Nelle motivazioni depositate nelle scorse ore, infatti, il collegio di giudici, presieduto da Federica Furio, ha chiarito che il processo rieducativo dei minori non può avvenire nei nuclei familiari poiché, secondo quanto emerso dalle relazioni servizi sociali, non sarebbero in grado di tenerli lontani da quel «branco» in grado di compiere azioni «violente sottese da logiche di dominio e prevaricazione»...