la sentenza
False assunzioni per intascare i soldi dell'imprenditoria femminile, tarantino risarcirà la Regione
La Corte dei conti condanna un 55enne: aveva ottenuto 136mila euro attraverso contratti falsi. La truffa dichiarata prescritta
Salvato dalla prescrizione nel processo penale, dovrà però risarcire la Regione Puglia di ben 136mila euro. È questa la somma complessiva di due sentenze emesse dalla Corte dei conti nei confronti dell’imprenditore tarantino Michelangelo Palmisano, coinvolto nell’inchiesta «Quote rosa 2» per aver ottenuto fondi pubblici fingendo l’assunzione di donne all’interno di una serie di imprese sostanzialmente a lui riconducibili.
I giudici contabili (presidente D’Addabbo, relatore De Corato) hanno infatti accolto integralmente le richieste formulate dal sostituito procuratore generale Daniele Giannini e, con due sentenze separate, hanno riconosciuto il danno creato alle casse regionali e condannato il tarantino (difeso dall’avvocato Marcello Ferramosca) alla restituzione.
Per l’accusa, insieme con una serie di altri indagati, Palmisano aveva...
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