Ambiente svenduto

Il paradosso del processo ex Ilva: Bonelli chiede 400mila euro al suo candidato Vendola

Francesco Casula

Il leader dei Verdi è costituito parte civile nei confronti dell'ex governatore della Puglia che ha difeso politicamente nelle ultime settimane

Uno ha chiesto un risarcimento di 400mila euro, l’altro lo aveva definito un «avvoltoio che diffama e fa terrorismo psicologico», ma era il passato: ora Angelo Bonelli e Nichi Vendola sono fianco a fianco in Alleanza Verdi Sinistra, pronti a fare insieme campagna elettorale per le regionali pugliesi. Eppure a Potenza, dove ieri è ripreso il maxi processo «Ambiente svenduto» sul disastro ambientale e sanitario generato, secondo l’accusa, dalle emissioni dall’ex Ilva durante la gestione Riva, i due sono ancora uno contro l’altro. O meglio: Vendola è imputato per concussione, per le presunte pressioni sull’ex dg di Arpa Puglia Giorgio Assennato considerato troppo duro contro la fabbrica, Bonelli - con il partito di Europa Verde di cui è portavoce nazionale - si è costituito parte civile contro di lui chiedendo la sua condanna penale (insieme con i Riva e i vertici della fabbrica di allora) e, appunto, il risarcimento dei danni subiti...

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