il caso

«Castellaneta, la statua di Rodolfo Valentino smontata e abbandonata su un marciapiede». Proteste anche dagli Usa

Il monumento è stato rimosso per i lavori di rifacimento della passeggiata ma è stato lasciato per strada. Il Comune: lo porteremo in un magazzino

La statua di Rodolfo Valentino, simbolo di Castellaneta, è stata rimossa (con il martello pneumatico) per lavori di rifacimento della piazza che la ospita. Ed è stata abbandonata per strada, coperta soltanto da un telo di plastica. Per questo nel comune jonico è scoppiata una rivolta dei cittadini, che ha attraversato i continenti coinvolgendo anche i tanti emigrati negli Usa. Sono numerose le foto postate sui social della statua, opera dell’artista Luigi Gheno, che giace sulla passeggiata del paese ormai da settimane: dopo le proteste il Comune ha sostituito la copertura in plastica con un telo blu più spesso.

«Alcune settimane fa – scrive su Facebook Annamaria Galgano, ex dipendente della Fondazione intitolata a Rodolfo Valentino - era stato comunicato dal sindaco che la statua di Rodolfo Valentino, opera del maestro Luigi Gheno, sarebbe stata messa al sicuro e sottoposta a un restauro conservativo. Dopo anni in piedi sulla nostra passeggiata, avrebbe finalmente avuto un momento di "riposo" prima di tornare più bella che mai. E invece oggi, quella statua - simbolo del nostro legame con un grande divo del cinema muto - giace a terra, appoggiata su bancali e coperta da un telo di plastica, esposta al tempo e, forse, all’indifferenza. Solo dopo le forti piogge si è pensato a un telo più spesso… ma sempre lì è rimasta. Non in un luogo protetto, non custodita come meriterebbe. Si parla anche di spostarla dalla sua posizione originale. Su questa scelta nutro delle perplessità. Intanto, Rodolfo resta a terra. E un po’ anche la nostra memoria».

Nelle scorse settimane la Soprintendenza di Taranto aveva disposto un sopralluogo sul cantiere dei lavori di rifacimento dell’area per verificare le condizioni della statua, ma il Comune non aveva partecipato: il tecnico si è dunque limitato ad effettuare fotografie con l’uso di un drone. Il monumento (e la quinta scenografica su cui era alloggiato) dovrebbero ora essere spostato in un magazzino del Comune.

Privacy Policy Cookie Policy