Politica
Lo strappo e il consenso: a Taranto la mappa del nuovo Pd
Giorno il più suffragato insieme con i tre «bomber» dei Dem
Cambia la “mappa” del Partito democratico. Le elezioni Amministrative del 25 e 26 maggio scorsi, indubbiamente, hanno ridisegnato la cartina geografica degli assetti interni nel capoluogo ionico.
Quello che balza subito agli occhi a distanza non di cinque lustri, ma semplicemente di tre anni è la diminuzione degli esponenti Dem tra quelli che occupavano, sino a poco fa, un’area di influenza. E questo è stato dovuto, in gran parte, alla scissione che si è consumata a dicembre 2023 quando i Dem hanno tolto il loro sostegno all’ex sindaco Melucci, passando all’opposizione. Fatto non banale, sino al punto da essere identificato da Michele Emiliano come «il momento, doloroso certo, ma in cui il Partito democratico e il centrosinistra hanno iniziato a costruire la loro vittoria culminata poi con l’elezione a sindaco di Piero Bitetti». Quello “strappo”, avvelenato da (reciproci) rancori, sancito a suon di espulsioni e appesantito da ricorsi a suon di carte bollate, ad esempio, ha allontanato dalla tolda di comando del partito o quantomeno dalla pattuglia degli azionisti di maggioranza personalità quali Costanzo Carrieri, presidente del consorzio Asi, Gianni Azzaro, ex vicesindaco e rieletto in Consiglio comunale e Giampiero Mancarelli, attuale numero uno di Kyma Ambiente, che in quelle giornate frenetiche scelsero di rimanere con Melucci e poi, nella scorsa campagna elettorale, di sostenere il principale avversario di Bitetti, Francesco Tacente. Ma non solo. Dalla prima linea dei Dem, per motivi diversi, è ormai fuori anche il consigliere regionale Michele Mazzarano.
Dunque, la mappa targata Taranto è plasticamente raffigurata dall’esito del voto. Che assegna un ruolo importante al giovane Mattia Giorno, il più suffragato nella storia del Comune di Taranto, almeno da quando esiste l’elezione diretta del sindaco. I suoi tanti voti (oltre 2.200) lo collocano in una posizione più forte rispetto al recente passato. Il fatto che, sino al 25 maggio, non si fosse ancora candidato ma avesse ottenuto ugualmente incarichi amministrativi, costituiva per lui un punto a sfavore nella gerarchia Dem. Ora, invece, l’ha fatto, ha preso più voti di tutti e, per lui, si profila un presente da vicesindaco.
Per il resto, sei degli otto seggi conquistati dal Pd fanno riferimento ai tre azionisti di maggioranza del partito. Si tratta di personalità radicate nel territorio, che sanno “fare le tessere” nei congressi e prendere i voti alle elezioni ovvero del consigliere regionale Enzo Di Gregorio (è scattato il seggio a lui e a Virginia Galeandro con cui si era presentato in tandem agli elettori), del consigliere d’amministrazione di Aqp, Lucio Lonoce (eletto insieme a Marilena Devito) e dell’ex assessore regionale e consigliere di Emiliano Mino Borraccino (che ha contribuito all’elezione di Luana Riso e Stefano Panzano). Dunque, riepilogando, nella mappa del Pd uscito dal voto di fine maggio, c’è l’enfant prodige ormai pronto a fare il “numero due” di Palazzo di Città e poi, sulla bilancia, si avverte tutto il peso dei tre bomber. E ancora, c’è la neoeletta Alexia Serio, avvocata, vicina a settori della Cgil e sostenuta (sempre nella famosa mappa del partito) da Pascarella, figura rilevante della politica municipale. E così, tirando una riga: Giorno, Di Gregorio, Lonoce, Borraccino, Serio e poi, infine, una piccola parte di questa cartina geografica Dem ce l’hanno anche Luca Contrario (primo dei non eletti) e Luca Delton, che hanno aderito al Pd, ma partendo da “Una Strada diversa”.
Infine, al vertice della mappa, che a livello provinciale non può non inserire il recordman di preferenze, l’assessore regionale Pentassuglia, c’è la segretaria Anna Filippetti. Che, con pazienza, ha tenuto unito il partito. Vincendo alle Provinciali con Palmisano e alle Comunali con Bitetti.