le indagini

Taranto, la droga dalla Spagna spacciata in chat e ritirata nei locker: chieste 4 condanne

ALESSANDRA CANNETIELLO

Le sostanze giungevano in pacchi privati affidati a ignari punti di ritiro tra Taranto e Grottaglie: la pena più alta richiesta è di 2 anni e 4 mesi

Sono 4 le condanne chieste dalla procura nei confronti di altrettanti imputati coinvolti nell’inchiesta sulla droga proveniente dalla Spagna: un’inchiesta che ha svelato come gli stupefacenti giungessero in pacchi privati affidati a ignari punti di ritiro e locker tra Taranto e Grottaglie per poi essere spacciata attraverso Telegram. Il denaro veniva infine reinvestito in droghe sintetiche da vendere nei locali notturni a giovanissimi.

La pena più alta chiesta dalla procura è di 2 anni e 4 mesi per il catanese Giovanni La Rosa difeso dall’avvocato Gaetano Vitale e poi 2 anni per il 27enne Andrea Scarci assistito dal legale Fiorella Gargaro, 1 anno e 4 mesi per il 34enne grottagliese Lorenzo D’Amicis assistito anche lui da Vitale e infine 6 mesi per un 33enne tarantino, gestore di un negozio di telefonia, che per l’accusa aveva procurato una sim card al 34enne Valerio Donati, ritenuto a capo del gruppo. Per quest’ultimo, gli avvocati attraverso gli avvocati Vitale e Francesco Fico, hanno chiesto di patteggiare una pena a 3 anni e 4 mesi. Il 34enne, per gli investigatori, era la mente dietro questo business: esperto di sistemi telematici e piattaforme digitali, Donati era riuscito per molti mesi a gestire le operazioni eludendo le forze dell’ordine grazie non solo a sim card intestate a terzi, ma anche comunicando su Telegram. Scarci e La Rosa andavano a ritirare i pacchi con dentro la droga e infine la consegnavano a Donati e D’Amicis per smerciarla. Il denaro accumulato dallo spaccio, per l’accusa, serviva ad acquistare ketamina e MD da vendere nelle discoteche della provincia. Un giro di affari che per i carabinieri del Nor di Taranto, era stato messo in piedi dal 2017 e fino ad aprile 2021 fruttando denaro che il 34enne era riuscito a reinvestire anche in criptovalute.

A dare l’impulso alle indagini era stato l’arresto, nel gennaio 2021, di Scarci e La Rosa, mentre erano intenti a prelevare due pacchi contenenti in totale 4 chilogrammi di marijuana. Era stato lo stesso Scarci poi, ad ammettere ai carabinieri, di aver preso almeno 50 spedizioni in un anno in cambio di ricariche Postepay da 100 euro, per conto di un utente Telegram chiamato “Kavalerio” che con messaggi che si autodistruggevano gli forniva tutte le indicazioni. Tramite un falso documento utilizzato per le consegne e numeri telefonici associati a quella carta di identità, in poco tempo gli investigatori sono riusciti a risalire a Donati e ai presunti affari illeciti suoi e dei suoi complici.

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