La notizia
Appalto Multiservizi, proroga di altri tre mesi
Incontro fra la commissaria Perrotta e le organizzazioni sindacali
Una proroga fino al 30 di giugno. Altri tre mesi per i lavoratori dell’appalto Multiservizi del Comune di Taranto. È quanto deciso dalla commissaria prefettizia per il Comune di Taranto Giuliana Perrotta, insieme al sub commissario Eliseo Nicolì, durante il concitato incontro con le organizzazioni sindacali che si è tenuto ieri mattina a Palazzo di Città. Una proroga utile a consentire ai 150 dipendenti una continuità lavorativa in attesa del primo di luglio, giorno in cui sarà aggiudicata la nuova gara d’appalto che avrà una durata di sei mesi. Nuova scadenza 31 dicembre.
«Abbiamo dovuto battagliare – ha raccontato Carmelo Sasso, segretario provinciale di Uil trasporti- ma alla fine ci siamo riusciti. La proroga era vitale per arrivare all’elezione di una nuova amministrazione comunale a maggio, che speriamo poi possa correggere il nuovo bando di gara che rischia di andare deserto». Si tratta di un bando da 1,5 milioni di euro, soldi che devono bastare per pagare gli stipendi di 150 lavoratori per sei mesi. «Troppo pochi – aggiunge Sasso - perché qualcuno possa partecipare. Si continuano a fare una serie di valutazione su ammortizzatori sociali, o giocando al ribasso con le retribuzioni: non è concepibile, si tratta già di un lavoro con livelli di contribuzioni bassissime». Un precariato poverissimo, con stipendi che oscillano tra un minimo di 450 euro sino ad un massimo di 900 euro al mese a seconda delle ore di lavoro.
Cinzia Sicara da due anni è stata spostata dagli asili al Patrimonio, dove svolge la mansione di guardiania. «È stato un appalto molto travagliato – racconta – siamo stati ad un 1 euro e 50 al giorno per quasi 10 anni. Siamo anche stati in cassa integrazione, tanti sono stati i passaggi che neanche li riesco più a ricordare. Lavoro dal 1997, sono divorziata e ho dovuto badare da sola ai miei due figli con tanti sacrifici, ma ora sono stanca».
Un circolo vizioso: gara d’appalto, scadenza, proroga, disoccupazione. I lavoratori sono snervati, nonostante per ora siano salvi. L’ultima proroga che era stata concessa dall’ormai decaduta Amministrazione Melucci, sarebbe dovuta scadere tra pochi giorni, il 31 marzo, ma la storia è lunga e parte dal dissesto finanziario del Comune nel 2007. I lavoratori sono persone che si occupano della manutenzione di piazze e sanificazione di asili nido, o che svolgono, per conto del Comune di Taranto, attività come servizi di guardiania, pulizia di uffici e bagni e perfino il supporto fornito ai dipendenti comunali impegnati in diverse direzioni, come Anagrafe, Tributi, Patrimonio e nella biblioteca “Acclavio”. Lavoratori a rischio povertà li definiscono i sindacati, impiegati per poche ore mensili, con un basso salario e rapporti di lavoro discontinui, che portano a mesi di sospensione non retribuiti, perché nel loro caso non è prevista la cassa integrazione.
«Non se ne può più - racconta Massimo – Ogni due o tre anni siamo qui a reclamare il nostro diritto al lavoro e alla dignità». Rosa ed Enza oggi fanno le custodi in due edifici comunali, ma raccontano di una strada tortuosa. «Noi vogliamo un lavoro senza scadenza – urla Rosa – fino al giorno in cui Cristo ci chiamerà al cielo. Tanti anni di lavoro, tanti sacrifici che abbiamo fatto per tutta la città, a volte abbiamo lavorato come i maschi, non come donne. Lavori di manovalanza pesante e qualche volta anche di muratura». «Noi – conferma Enza - pretendiamo il lavoro, non vogliamo altre proroghe, vogliamo la stabilità per i pochi anni che ci mancano prima della pensione».