Il caso
Taranto, 59enne cercava complici sul web per assassinare Draghi: a processo
L’accusa è di minaccia a corpo politico. L’autore del messaggioè stato denunciato dall’amministratore del gruppo Telegram
TARANTO - «Faccio parte di un gruppo golpista, vogliamo assassinare Mario Draghi: è tempo di rivoluzione». È questo il primo messaggio apparso all’interno del gruppo Telegram «Fossa0033» che ospitava centinaia di persone intente a confrontarsi su temi di politica e attualità. Un’esternazione a cui ne avevano fatto seguito altre, sempre più esplicite e più violente. Frasi che avevano suscitato l’ira degli utenti, fino a spingere l’autore dei post ad abbandonare la chat e cancellare il proprio account per evitare che la situazione degenerasse. Un’accortezza, però, che non era servita perché l’amministratore del gruppo in questione aveva salvato le foto delle schermate e presentato denuncia. Una vicenda per cui ora un tarantino di 59 anni è finito a processo con l’accusa di minaccia a corpo politico.
Il 59enne, assistito dall’avvocato Alessandro Cavallo, è infatti ritenuto dalla procura di Taranto l’autore di quei post: le indagini sono partite dalla segnalazione da parte dell’amministratore della chat alla sede centrale del Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture critiche, che ha poi informato la sede operativa della Polizia postale competente.
Dai primi accertamenti era emerso che l’account da cui sono stati inviati i messaggi era associato a un’utenza telefonica collegata a un profilo registrato sul portale di incontri online di Vivastreet...