Il caso

Stupro di gruppo a Massafra: il Riesame conferma il carcere

Alessandra Cannetiello e Francesco Casula

Rigettati i ricorsi della difesa dei tre uomini arrestati dai carabinieri il 31 agosto

MASSAFRA - Restano in carcere i tre uomini di Palagiano arrestati per lo stupro di gruppo su una 23enne, avvenuto nella notte tra il 30 e 31 agosto nelle campagne di Massafra. Il Tribunale del Riesame presieduto dal giudice Patrizia Todisco ha respinto la richiesta di alleggerire la misura cautelare avanzata dai difensori degli indagati, gli avvocati Gianluca Sebastio, Marcello Ferramosca e Michele Parisi. Bisognerà ora attendere le motivazioni per conoscere le ragioni della decisione.

Il 4 settembre era stato il gip Francesco Maccagnano a firmare l’ordinanza di convalida, accogliendo la richiesta del pm Antonio Natale: a carico dei tre uomini - di 23, 27 e 34 anni - pesano le accuse di violenza sessuale di gruppo e lesioni personali.

Per il gip, gli indagati sono inclini a «strumentalizzare la corporeità del prossimo in maniera pressoché totale pur di soddisfare i propri istinti sessuali» e sintomo di una «estrema brutalità, un’elevatissima capacità a delinquere ed un’assoluta carenza di freni inibitori».

Oltre al pericolo di fuga manifestato sia dal 27enne che dal 34enne, il giudice ha ritenuto che esista anche il rischio concreto che possano inquinare le prove: «gli indagati hanno immediatamente tentato di circuire e manipolare la persona offesa, provando a indurre la giovane a credere che ella avesse acconsentito agli atti sessuali precedentemente subiti». Elementi che si rivelano, era scritto nell’ordinanza «con tutta evidenza, strumentali ad esercitare pressioni sulla giovane donna, di modo da spingere questa ad astenersi dal rendere dichiarazioni accusatorie».

Nelle carte dell’inchiesta anche l’agghiacciante racconto della vittima: «Da subito ho iniziato a piangere, arrivando a chiedere a uno dei tre di aiutarmi, ma senza ottenere alcun risultato, li sentivo solamente ridere» ha detto la 23enne ai militari dell’Arma. Secondo la sua versione i tre si erano offerti di accompagnare a casa lei e una coppia di amici, ma dopo aver lasciato questi due, invece di riportarla nella sua abitazione, si sono diretti verso le campagne massafresi e lì hanno abusato di lei. Quando le hanno permesso di tornare in auto avrebbero provato a convincerla che si trattava di un’azione consensuale: «Perché piangi? Stavamo giocando» ha ripetuto uno di loro.

Parole dette poco prima di abbandonarla a una certa distanza da casa e per giunta seminuda.

Privacy Policy Cookie Policy