Il caso

Ex Ilva, l'appello del Comune di Taranto: «Tar fissi nuova udienza su caso benzene»

Istanza dopo la recente pronuncia della Corte di Giustizia Ue

TARANTO -  Il Comune di Taranto ha presentato al Tar di Lecce una richiesta di riavvio del procedimento relativo all’ordinanza - al momento sospesa - con la quale il 22 maggio 2023 il sindaco Rinaldo Melucci aveva imposto il fermo dell’area a caldo dello stabilimento ex Ilva in mancanza di interventi sulla riduzione delle emissioni di benzene.

Secondo l’ente locale la recente sentenza della Corte di Giustizia europea «produce effetti anche e soprattutto sul procedimento che, pendente dinanzi al Tar di Lecce, ruota attorno all’ordinanza anti-benzene. Un procedimento che, va ricordato, dopo il ricorso di Acciaierie d’Italia, era stato sospeso in attesa della decisione dell’organo giudicante di Lussemburgo e che adesso, proprio alla luce di quanto statuito dalla stessa Corte, potrebbe essere ripreso a breve con l’avvio della discussione finale».

La vicenda giudiziaria, rammenta il Comune, «trae origine dal pericolo provocato dalla produzione dello stabilimento siderurgico alla salute dei cittadini. Un pericolo che, a giudizio della Corte di Giustizia, se ravvisato, dovrebbe portare alla sospensione delle attività industriali dell’ex Ilva, sempre che non vengano intraprese iniziative e misure idonee a scongiurare i rischi di danno sanitario per la popolazione».

Secondo i legali del Comune di Taranto, la pronuncia della Corte reca «significative indicazioni sia per l’attività amministrativa/istituzionale che dovrà essere posta in essere in sede ministeriale, sia per la definizione del presente giudizio, relativo all’ordinanza contingibile e urgente adottata dal sindaco del Comune di Taranto alla luce del principio di precauzione».

Occorre tenere «conto, tra l'altro, della mancata definizione del procedimento di riesame dell’Aia - viene sottolineato - per motivi sanitari, richiesto dallo stesso sindaco di Taranto sin dal 2019 e non ancora concluso, e dell’assenza di adeguate valutazioni di rischio e danno sanitario alla base degli attuali atti autorizzativi».

Un rischio ritenuto dai legali «sussistente sulla scorta di quanto emerso dall’istruttoria indipendentemente dal superamento dei livelli di concentrazione di cui al d.lgs. n. 155 del 2010, anche in considerazione della natura dell’inquinante e dell’effetto cumulo sulla popolazione tarantina, unitamente al progressivo aumento dei valori di concentrazione e dell’avvicinamento alle soglie di legge». La cosiddetta «istanza di prelievo», quella con cui si chiede il riavvio del procedimento, è stata già trasmessa al Tar di Lecce che, adesso, dovrà stabilire quando celebrare l’udienza.

«Apprendiamo della prossima indizione della gara per il passaggio dello stabilimento - ha dichiarato il sindaco Melucci in merito alla vertenza del Siderurgico - ma mi prime ribadire che senza l’accordo di programma non si va da nessuna parte e che le decisioni riguardanti il nostro territorio ci devono vedere protagonisti e non succubi. La tensione sul futuro dello stabilimento siderurgico è altissima, continuare a giocare sulla pelle dei lavoratori e della cittadinanza non è accettabile». "Come ho già riferito alcuni giorni fa ai commissari dell’ex Ilva in Amministrazione straordinaria - conclude il primo cittadino - non si può più tergiversare, bisogna prendere atto che l’unica salvezza per Taranto è l’accordo di programma, la decarbonizzazione, non ci sono altre strade».

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