Ambiente

Taranto, via libera al fotovoltaico sulle banchine di San Cataldo

Andrea Pezzuto

Il Consiglio di Stato dà ragione all’Autorità portuale

TARANTO - Il Consiglio di Stato sblocca lo stallo sull’iter per la realizzazione di un impianto fotovoltaico galleggiante che servirà a elettrificare le banchine, con particolare riferimento ai due approdi della banchina San Cataldo (dove arrivano le navi da crociera), il pontile della raffineria Eni e il terminal container gestito dalla controllata del gruppo Yilport. L’impianto occuperà un’area di 23 ettari e sarà collocato tra la vasca di colmata di Punta Rondinella e lo specchio di mare antistante.

La vicenda affonda le radici nell’agosto del 2022, quando la società Nicetechnology presentò istanza al Mit e alla Capitaneria di porto per il rilascio di una concessione demaniale della durata di 30 anni per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico off-shore di potenza nominale pari a 48 Mw. L’Autorità di sistema portuale del Mar Ionio informò la società che l’accordo pubblico-privato per l’opera risulta perseguibile «solo dopo la necessaria fase di evidenza pubblica, che si avvia a seguito di ricezione e valutazione di una domanda di concessione demaniale o di una proposta di partenariato pubblico privato».

Insomma, la concessione dello specchio acqueo per l’impianto fotovoltaico deve passare necessariamente da una procedura a evidenza pubblica. Così, l’ente portuale nel marzo del 2023 ha pubblicato un avviso esplorativo per raccogliere manifestazioni d’interesse al fine di l’individuare un soggetto promotore di un partenariato pubblico-privato. Un atto che la società Nicetechnology ha impugnato davanti al Tar di Lecce, chiedendone l’annullamento. I giudici amministrativi hanno accolto il ricorso e annullato l’avviso pubblicato dall’Authority in quanto l’autorizzazione unica per la realizzazione del parco fotovoltaico può essere rilasciata solo dal Mase, di concerto con il Mit. L’Autorità portuale e il ministero hanno quindi chiesto al Consiglio di Stato di riformare la decisione del Tar. Richiesta che è stata accolta. Infatti, nel suo avviso pubblico l’Autorità portuale non ha mai paventato la possibilità di rilasciare l’autorizzazione unica. Pertanto, non ha ingenerato alcuna interferenza con la competenza ministeriale. L’avviso è finalizzato alla sola acquisizione di manifestazioni di interesse per individuare il soggetto promotore e si pone in una fase preliminare. «Nella procedura di project financing - statuisce il Consiglio di Stato - occorre distinguere la fase preliminare della individuazione del promotore e la successiva fase selettiva finalizzata all'affidamento della concessione. La prima è connotata da amplissima discrezionalità amministrativa. L’avviso pubblico impugnato rientra pienamente nella competenza dell’Autorità portuale». La stessa Authority si è detta soddisfatta per l’esito del giudizio e rammaricata per aver perduto «a causa di interessi privati» tempo prezioso per un progetto fondamentale per la transizione energetica del porto.

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