in città
Taranto, per la pulizia al rione Tamburi tensioni tra Comune e Acciaierie d'Italia
Il Municipio chiede all’ex Ilva il rimborso spese degli interventi, ma i commissari rimandano tutto al Tribunale di Milano
Pulizia delle strade e delle scuole del quartiere Tamburi, contenzioso in vista tra il Comune di Taranto e Acciaierie d’Italia. Da quel che risulta alla Gazzetta, infatti, l’Amministrazione comunale ha richiesto il rimborso delle somme già anticipate dal Municipio per lo svolgimento di questi interventi inseriti, peraltro, sin dal 2012 in una delle prescrizioni collegate all’Autorizzazioni integrata ambientale (Aia). I commissari della società, però, hanno invitato la direzione Ambiente ad insinuarsi nella massa passiva almeno per quel che riguarda i crediti vantati prima del 20 febbraio scorso ovvero prima che l’azienda finisse in amministrazione straordinaria. Nel frattempo, il Comune ha deciso di proseguire nel servizio, pubblicando un nuovo bando di gara. Pericolo scampato, dunque, per 13 lavoratori.
Per la cronaca, la direzione Ambiente ha inviato la documentazione delle somme impegnate e liquidate dal Municipio per un totale di 349mila euro (è in corso però un’ulteriore verifica sull’entità della somma richiesta), relativamente al periodo compreso tra luglio e novembre del 2023.
In realtà, i commissari del Siderurgico (Giancarlo Quaranta, Giovanni Fiori e Davide Tabarelli), in una nota inviata a Palazzo di Città, hanno specificato che qualsiasi credito maturato prima dell’ok all’amministrazione straordinaria (20 febbraio 2024), avrebbe dovuto essere accertato secondo le forme e con le modalità previste dalla procedura. Tradotto: presentando al Tribunale di Milano un’istanza di insinuazione alla massa passiva, con tempi di attesa non esattamente brevi.
L’assessorato comunale all’Ambiente, naturalmente, la pensa diversamente. Per il Municipio, infatti, le somme richieste all’ex Ilva non rappresenterebbero un credito qualsiasi, ma si configurano nell’ambito di una prescrizione prevista dall’articolo 1 comma 22 del decreto ministeriale del 26 ottobre 2012 di riesame dell’Autorizzazione integrata ambientale, rilasciata per l’esercizio dello stabilimento siderurgico. In effetti, quella prescrizione prevede che l’Ilva, su specifica richiesta dei sindaci di Taranto e Statte, garantisca «alle medesime autorità comunali, il ristoro degli oneri della pulizia delle strade prospicienti lo stabilimento e di tutte le aree pubbliche del quartiere Tamburi». In particolare, le attività in questione riguardano: lo spazzamento straordinario delle strade, diurno e notturno; l’intensificazione della pulizia degli edifici scolastici del quartiere Tamburi maggiormente esposti all’azione degli inquinanti e, in particolare, al deposito delle polveri che provengono dallo stabilimento ex Ilva.
Infine, per l’assessorato guidato da Stefania Fornaro e diretto da Mariella De Florio, il mancato rispetto della prescrizione potrebbe far intervenire anche chi ha rilasciato l’autorizzazione (ministero dell’Ambiente, ora denominato Mase).
Dal canto loro, i commissari di Acciaierie d’Italia evidenziano che, dopo il decreto del ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) del 20 febbraio e in seguito alla dichiarazione dello stato di insolvenza della società del Tribunale di Milano emessa lo scorso 29 febbraio, non possono effettuare liberamente pagamenti per crediti sorti anteriormente alla procedura. Inoltre, Quaranta, Fiori e Tabarelli ricordano che la stessa Amministrazione comunale di Taranto, il 21 gennaio 2015, quando l’Ilva finì in amministrazione straordinaria, si insinuò alla massa passiva per i crediti vantati prima di quella data e poi, invece, richiese i pagamenti per il rimborso delle fatture emesse successivamente.