i nodi DELL'ACCIAIO
Ex Ilva, entro luglio avviate le procedure per l’assegnazione degli impianti
L’annuncio del ministro delle Imprese Urso. Da domani le visite dei nuovi investitori. Ripresa del secondo altoforno in ottobre e riattivazione del terzo a metà 2025
BARI - Gli appuntamenti in agenda ci sono e le porte degli stabilimenti del gruppo Acciaierie d’Italia cominceranno ad aprirsi per le visite dei nuovi investitori già a partire dalla prossima settimana. Si comincia dal Nord, dalla fabbrica di Genova Cornigliano, per proseguire negli stabilimenti del Nord Italia. Poi le delegazioni toccheranno anche lo stabilimento siderurgico di Taranto che è quello destinatario dell’80 per cento delle risorse messe in campo dal Governo.
A dare l’annuncio ieri a Genova, nel corso di una cerimonia, è stato il ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Il ministro, in visita a Cornigliano, ha sovrinteso alla presentazione del francobollo delle Poste dedicato a Guido Rossa, il sindacalista dell’allora Italsider ucciso dalle Brigate rosse.
«Entro luglio - ha precisato lo stesso ministro dal convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria di Rapallo - pensiamo di poter attivare le procedure per l’assegnazione degli impianti con un programma di ripristino produttivo che prevede la ripresa del secondo altoforno in ottobre, la riattivazione del terzo altoforno a metà del prossimo anno, così da aggiungere a livelli potenziali produttivi di 6 milioni di tonnellate, il limite massimo che oggi può realizzare quello stabilimento. Credo che entro un mese sarà possibile sbloccare le risorse in linea con i programmi per il ripristino produttivo che i commissari si sono dati».
L’altra “buona notizia” portata dal ministro a Genova riguarda il prossimo via libera dell’Europa al prestito ponte di 320 milioni per garantire continuità occupazionale e produttiva degli impianti.
«La commissaria europea per la concorrenza Margrethe Vestager - ha detto Urso - ha confermato che a breve sarà concessa l’autorizzazione europea per le risorse del prestito ponte all’ex Ilva a salvaguardia degli impianti e al ripristino della loro attività produttiva. Da parte della Commissione europea c'è il pieno consenso».
Ma è dalla ricognizione degli investitori che parte il ministro. «La prossima settimana iniziano le visite cognitive negli stabilimenti dell’ex Ilva da parte di tre importanti attori internazionali. Credo che si inizierà dagli stabilimenti del Nord, da Novi Ligure, Genova e poi Taranto e gli altri - spiega Urso - e anche queste visite sono un buon segnale, che si associa al giudizio positivo della Commissione europea sulla strada che abbiamo intrapreso col concorso e il sostegno di tutte le forze sindacali, sociali e produttive, degli enti locali e credo anche delle forze politiche».
Sulle aree siderurgiche di Genova Cornigliano al momento sottoutilizzate secondo il ministro Urso «c’è la concreta possibilità che tutte le aree siano utilizzate per le attività produttive e quindi non solo per il rilancio del sito siderurgico ma anche per tutte le altre attività collaterali che possono incrementare l'occupazione e la produzione in quest’area così strategica per l'industria italiana».
A puntellare la precaria situazione economica non c’è solo il prestito ponte da Bruxelles. Altri 150 milioni di euro sono in arrivo per garantire la ripartenza dell’impianto siderurgico di Taranto. Lo aveva ribadito la scorsa settimana a Palazzo Carpegna il commissario straordinario di AdI in as Giancarlo Quaranta nel corso di un’audizione in Commissione Industria del Senato in relazione all’ultimo decreto ex Ilva.
«L’impegno di Acciaierie d’Italia - aveva detto Quaranta - punta a ristabilire produzione, affidabilità e qualità dell’impianto Ex Ilva di Taranto come obiettivo cruciale per garantire l’operatività anche degli altri impianti legati al ciclo produttivo. A questo proposito le risorse derivanti dal patrimonio destinato di 150 milioni di euro saranno indirizzate alla realizzazione del Piano di Ripartenza elaborato dall’azienda con il fine di consentire, da un lato, la ripresa produttiva dello stabilimento e, dall'altro, garantire l'esecuzione dell'attività di manutenzione volte a ristabilire sicurezza e continuità nei livelli produttivi dell’impianto oltre ad assicurare l'occupazione dei diretti dell'Acciaieria».