La riflessione sul futuro dell’ex yard Belleli

Porto di Taranto, Melucci «avverte» Ferretti

Fabio Venere

«Pronti a un contenzioso se il Gruppo, dopo il suo disimpegno, ostacolasse il subentro di nuovi investitori»

TARANTO - Porto, il sindaco Melucci mostra i muscoli. «Il Comune è pronto a instaurare un contenzioso nel caso in cui nella prossima riunione, convocata per il 23 aprile dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Gruppo Ferretti ostacolasse il subentro nel progetto di nuovi (eventuali) investitori». Lo afferma, in un’intervista concessa alla Gazzetta, Rinaldo Melucci, primo cittadino del capoluogo ionico e presidente della Provincia.

Sindaco, alla riunione del 23 guardano con molta speranza anche i 330 ex lavoratori Tct. Quali sono le sue previsioni?

«Lo spero e mi impegnerò per loro, ma non mi sbilancio. Di certo, in questi 47 giorni ovvero da quando Ferretti si è disimpegnato dall’investimento nell’ex yard Belleli, siamo stati lasciati soli. E vivo questa fase in una sorta di desolazione istituzionale».

Che vuol dire?

«Mi pare che, dopo i rituali comunicati stampa “del giorno dopo”, siano spariti tutti. Dalla Regione ai parlamentari».

Il Gruppo Ferretti, per giustificare il suo addio, sostenne che non aveva responsabilità ma addebitò tutto alla mala burocrazia. È d’accordo?

«Il 23 aprile, al Mit, vedremo i documenti disponibili. Di certo, disimpegno di Ferretti a parte, il progetto per la realizzazione della cantieristica per imbarcazioni di lusso resta ugualmente valido. Anzi, potrebbe anche essere sfruttato molto meglio vista la vicinanza all’area industriale, magari realizzando un Centro servizi».

È ottimista, dunque, sul fatto che ci possa essere per Taranto un «dopo Ferretti»?

«Confido che il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ionio, Sergio Prete, nel suo ultimo anno di mandato, sappia accompagnare le alternative imprenditoriali che sembrano esserci già all’orizzonte».

Ferretti, però, ha sostenuto delle spese per la progettazione. Come si può trovare l’intesa?

«Ripeto, leggeremo le carte. Ma, da questo punto di vista, non penso che ci possano essere particolari problemi».

E se, invece, ce ne fossero?

«La situazione è complessa ma, al tempo stesso, molto semplice. Se nella prossima riunione ministeriale, così come sembra ormai scontato, il Gruppo Ferretti dovesse confermare il suo disimpegno dall’area portuale tarantina (e per il quale come è noto c’erano ingenti finanziamenti pubblici), il Governo, l’Authority, il Comune di Taranto, le organizzazioni sindacali e imprenditoriali, la Camera di commercio, ciascuno in base al proprio ruolo, devono assolutamente lavorare affinché eventuali nuovi imprenditori siano messi nelle condizioni di poter investire nello yard ex Belleli. E bisogna farlo presto».

Altrimenti?

«Potremmo essere pronti ad avviare un contenzioso nel caso in cui, come riferiscono indiscrezioni a cui non voglio per ora dar credito, Ferretti si mettesse di traverso. Il 23, dunque, vedremo. Nell’attesa, infine, contatterò la società pubblica Invitalia per comprendere meglio alcuni aspetti finanziari relativi proprio alla progettazione. E poi, in nome della diversificazione economica di Taranto, agirò per tutelare la comunità ionica che rappresento».

Privacy Policy Cookie Policy