il caso
Taranto, tenta di investire l'ex: «Mi ha minacciata di morte e ho perso il controllo dell’auto»
Confermati i domiciliari. La difesa: «Uso i tacchi e sul pedale al posto di frenare ho accelerato, quindi sono andata sull’uomo, ma non volevo»
«È stato lui a minacciarmi mentre guidavo l’auto dicendo di volermi uccidere. Ho avuto paura per la mia bambina ed è stato allora che ho perso il controllo della vettura».
È la versione fornita dalla 46enne accusata di tentato omicidio per aver volontariamente investito il suo ex nel pomeriggio di venerdi in via Mazzini, nel centro di Taranto. Comparsa ieri mattina dinanzi al gip Benedetto Ruberto, per l’interrogatorio di convalida la donna, accompagna dall’avvocato Paolo La Gioia, ha fornito la sua versione dei fatti negando di voler uccidere il suo ex e accusandolo di averla minacciata. La donna ha raccontato di averlo incrociato mentre era con la figlia minore in auto e l’uomo le avrebbe rivolto minacce di morte scatenando anche le urla della piccola: quegli di concitazione, secondo la versione della 46enne, le avrebbero fatto perdere il controllo del mezzo: «Io uso i tacchi – ha detto - e mi è scappato il tacco sul pedale, al posto di frenare ho accelerato, quindi sono andata sull’uomo, ma in maniera assolutamente fortuita».
Per il gip Ruberto, però, quella versione non trova alcun riscontro negli elementi raccolti dai carabinieri: «dalla visione delle immagini – scrive il giudice - dell’impianto di videosorveglianza si nota chiaramente che la vettura, procedente a velocità molto bassa su via Mazzini, si dirige repentinamente proprio nella direzione dell’uomo, prendendolo evidentemente di mira». Insomma per il magistrato «appare davvero arduo sostenere che la donna abbia pigiato inavvertitamente l’acceleratore (visto già stava guidando lentamente) e contemporaneamente sterzato, sempre per pura distrazione, proprio in direzione della vittima, giacchè, in caso di manovra accidentale, la guidatrice avrebbe avuto senz’altro la possibilità di accorgersi dell’errore e porre in essere una frenata o virata di emergenza».
Contro la donna. Inoltre, si sono aggiunte le testimonianze di alcuni presenti che hanno raccontato come la donna, dopo averlo investito, si sarebbe avvicinata al suo ex, incastrato sotto il veicolo, urlando «Come mai non ti ho ammazzato? Come mai non sei morto» insieme a una raffica di insulti .
Il pubblico ministero Enrico Bruschi, nella richiesta di convalida del fermo, aveva inizialmente chiesto la custodia cautelare in carcere, ma poi ha cambiato idea chiedendo la conferma dei domiciliari con lì applicazione del braccialetto elettronico: il motivo determinante è stato il fatto che la donna è madre di diversi figli minori e quindi, per evitare traumi ai bambini, ha ritenuto opportuno chiedere una misura meno pesante.
I fatti, come detto, risalgono ad alcuni giorni fa: dopo aver investito l’uomo, che fortunatamente ha riportato solo ferite guaribili in 20 giorni (grazie alla presenza di un paletto giallo anti parcheggio che gli ha salvato la vita), la donna si sarebbe allontanata dal luogo insieme alla figlioletta. Poche ore dopo si è presentata nella caserma dei militari insieme al suo difensore.