l’inchiesta

La minaccia di Scalera: «Farò i nomi di tutti: ho avuto richieste da finanzieri, carabinieri, poliziotti»»

francesco casula

Dinanzi al giudice Zizzari il dirigente Amiu lancia il suo monito: centinaia di nomi tra i biglietti sequestrati a novembre

TARANTO - «Ho avuto richieste da tutti: finanzieri, carabinieri, poliziotti. I nomi? Quando mi verranno, all'altra causa poi li farò. Poi li farò». È una sorta di anatema che fa tremare i palazzi di Taranto quello scagliato da Rocco Lucio Scalera nell’interrogatorio del 18 gennaio scorso dopo l’arresto nell’inchiesta sull’operazione della Guardia di finanza «Dominio» che lo ha portato in carcere con l’accusa di voto di scambio politico mafioso. Dinanzi al giudice Antonio Zizzari, infatti, Scalera ha scelto di rispondere alle domande del magistrato e ha fornito la sua versione dei fatti sui rapporti con Giulio Modeo, figlio del boss Antonio “Il Messicano” che per la Dda di Lecce avrebbe raccolto voti in favore dell’ex sindaco di Statte Franco Andrioli (anche lui in carcere), e su tanto altro.

Nel verbale di 47 pagine finito nei nuovi atti dell’inchiesta, infatti, emerge non solo la difesa che il dirigente di Amiu costruisce negando di aver mai fatto campagna elettorale per il centro sinistra, ma anche i rapporti con il presidente della società partecipata Giampiero Mancarelli che definisce «una brava persona, ma è un poltici». Come anticipato nei giorni scorsi da «Taranto Buonasera», il dirigente, ha spiegato che Mancarelli lo pressava «per poter dare una mano ad un suo carissimo amico.

Una mattina – ha spiegato al magistrato - stavamo praticamente i dirigenti con il Presidente sempre insieme per questioni di lavoro, non fuori dall'ambito lavorativo. Mi chiama e nella stanza mi trovo questo signor Andrioli che io non conoscevo. Mi presenta questo, il Sindaco di Statte perché era già Sindaco di Statte uscente e mi chiede di dargli una mano». Scalera racconta di aver fatto sostanzialmente buon viso a cattivo gioco: sostiene aver detto in quel momento di conoscere persone a Statte grazie a un sindacalista della Cisl e dipendente Amiu, Angelo Laneve (anche lui finito in cella), e tra questi Giulio Modeo. Frasi per fare bella figura e togliersi di dosso le richieste insistenti di Mancarelli: «Non ho mai fatto la campagna elettorale al sindaco. A me mi serviva togliermelo per dire che la facevo, ma era una balla. Tengo a sottolinearlo: non ho mai fatto e tantomeno farò una campagna elettorale».

Ma in quelle pagine emergono anche nuovi dettagli rispetto all’altra inchiesta, sul concorso sospetto all’Amiu, che vede indagato Scalera: assistito dai difensori Fausto Soggia e Roberto Eustachio Sisto, Scalera conferma quanto aveva già detto a novembre dello scorso anno dinanzi al pm Enrico Bruschi che insieme alla collega Lucia Isceri coordina l’inchiesta della squadra Mobile sul concorso, dicendo che aveva ricevuto segnalazioni di candidati da «tutti» indicando finanzieri, carabinieri e poliziotti. Subito dopo è il pm Milto De Nozza che lo incalza: «Però faccia i nomi, magari. Faccia anche dei nomi!» e lui lancia il monito: «Quando mi verranno, all’altra causa poi li farò. Poi li farò». E i palazzi di Taranto continuano a tremare.

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