Lo scandalo

Arresti a Statte, voto di scambio e mafia: oggi Andrioli davanti al gip

Francesco Casula

Potrebbe decidere di rispondere al giudice. Forse in giornata le dimissioni. Nelle carte spunta il rilascio di autorizzazioni per l’occupazione di suolo pubblico alle attività commerciali riconducibili al boss Sudoso

STATTE - Potrebbero arrivare in giornata le dimissioni di Franco Andrioli, 67enne, per due mandati sindaco di Statte finito in carcere il 15 gennaio nell’inchiesta su Mafia e politica messa a segno dalla Direzione distrettuale Antimafia di Lecce. Questa mattina, accompagnato dal suo avvocato Nicola Marseglia, il primo cittadino accusato di voto di scambio politico mafioso si presenterà dinanzi al gip Angelo Zizzari per l’interrogatorio di garanzia: Andrioli potrebbe decidere di rispondere alle domande del magistrato che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare e annunciare di rinunciare all’incarico amministrativo: una carta che per la difesa può servire a scongiurare le esigenze cautelari che lo hanno portato in cella. Il pm Milto De Nozza, che ha coordinato l’inchiesta della fiamme gialle, aveva infatti chiesto e ottenuto il carcere spiegando che il primo cittadino era ancora in carica e quindi in grado di condizionare l’azione amministrativa sulle spinte giunte dal clan mafioso guidato dallo stattese Davide Sudoso: lasciare la guida della amministrazione, quindi, potrebbe consentirgli di ottenere almeno gli arresti domiciliari. Questa mattina, inoltre, compariranno dinanzi al giudice anche i due assessori finiti in carcere con la stessa accusa: Ivan Orlando e Marianna Simeone, quest’ultima difesa dall’avvocato Giuseppe D’Ippolito che per motivi di salute ha ottenuto la scarcerazione della donna...

CONTINUA A LEGGERE SULL'EDIZIONE CARTACEA O SULLA NOSTRA DIGITAL EDITION

Privacy Policy Cookie Policy