I nodi dell'acciaio
Ex Ilva, torna a riaffacciarsi lo spettro commissariamento. Urso in Senato: «Urge intervento drastico»
Il ministro ne ha parlato al presidente degli industriali tarantini Toma
Stamattina il ministro Urso al Senato, stasera i sindacati a Palazzo Chigi. L’ora della verità per l’ex Ilva si avvicina. E se non si tratterà di verità assolute, sicuramente si conosceranno le intenzioni del governo Meloni su un dossier divenuto incandescente dopo la rottura con ArcelorMittal. Sul tavolo c’è il futuro dell’intero complesso aziendale ex Ilva e con esso della città di Taranto, in tutte le sue articolazioni.
Ieri il presidente di Confindustria Taranto, Salvatore Toma, ha incontrato a Roma, nella sede del Mimit, il ministro delle Imprese, Adolfo Urso...
CONTINUA A LEGGERE SULL'EDIZIONE CARTACEA O SULLA NOSTRA DIGITAL EDITION
URSO E L'INFORMATIVA AL SENATO
Sull'ex Ilva «c'è l’urgenza di un intervento drastico che segni una svolta netta rispetto alle vicende per nulla esaltanti degli ultimi 10 anni». Così il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel corso di una informativa al Senato. «Siamo in un momento decisivo che richiama tutti al senso di responsabilità», ha detto.
Sull'ex Ilva «intendiamo invertire la rotta cambiando equipaggio. Ci impegniamo a ricostruire l’ex Ilva competitiva sulla tecnologia green su cui già sono impegnate le acciaierie italiane, prime in Europa». Così il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel corso di una informativa al Senato. «L'impianto è in una situazione di grave crisi. Nel 2023 la produzione si attesterà a meno di 3 milioni di tonnellate, come nel 2022, ben sotto l'obiettivo minimo che avrebbe dovuto essere di 4 milioni, per poi quest’anno risalire a 5 milioni», ha aggiunto.
«Nulla di quello che era stato programmato e concordato è stato realizzato. Nessuno degli impegni presi è stato mantenuto in merito agli impegni occupazionali e al rilancio industriale. In questi anni la produzione si è progressivamente ridotta in spregio agli accordi sottoscritti», ha evidenziato Urso. "Perfino negli anni in cui la produzione di acciaio era altamente profittevole in Europa, come nel 2019, è stata mantenuta bassa lasciando campo libero ad altri attori stranieri».
MITTAL SCARICA ONERI MA VUOLE PRIVILEGI
«Arcelor Mittal si è dichiarata disponibile ad accettare di scendere in minoranza ma non a contribuire finanziariamente in ragione della propria quota, scaricando l’intero onere finanziario sullo Stato ma, nel contempo, reclamando il privilegio concesso negli originali patti tra gli azionisti realizzati quando diedero vita alla società Acciaierie d’Italia di condividere in ogni caso la governance, così da condizionare ogni ulteriore decisione. Cosa che non è accettabile né percorribile sia nella sostanza che alla luce dei vincoli europei sugli aiuti di Stato». Così il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, al Senato. «Abbiamo quindi dato mandato ad Invitalia e al suo team di legali di esplorare ogni possibile conseguente soluzione».
EX ILVA PUO' ESSERE IL PIU' GRANDE POLO SIDERURGICO GREEN
L'Ilva di Taranto il più grande polo siderurgico d'Europa può essere il più grande polo siderurgico green più avanzato del nostro continente europeo per delineare poi un piano siderurgico che abbia in Italia 4 poli: il polo di Taranto, il polo di Piombino, il polo di Terni e il polo delle grandi acciaierie green del Nord Italia". A dirlo Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, a margine degli Stati generali dell'Ordine dei consulenti del lavoro.
"Per fare - ha spiegato - la siderurgia italiana leader in Europa base fondamentale dell'industria manifatturiera, della cantieristica, della nautica, degli elettrodomestico, del sistema delle infrastrutture, delle costruzioni e della meccanica. Per questo il governo ha assicurato in maniera coesa e determinata il massimo impegno per dare una svolta all'azienda che gestisce il significativo polo siderurgico dell'ex Ilva a Taranto"