I nodi dell'acciaio

Ex Ilva, governo propone aumento capitale a 320mln, con 66% quota pubblica, ma Mittal dice no. Autotrasportatori ex Ilva, assemblea permanente a Taranto

Sindacati convocati l'11 gennaio: indisponibilità ArcelorMittal ad assumere impegni finanziari e di investimento, anche come socio di minoranza

ROMA - Nell’incontro con ArcelorMittal sull'ex Ilva di Taranto, «la delegazione del Governo ha proposto ai vertici dell’azienda la sottoscrizione dell’aumento di capitale sociale, pari a 320 milioni di euro, così da concorrere ad aumentare al 66% la partecipazione del socio pubblico Invitalia, unitamente a quanto necessario per garantire la continuità produttiva.

Il Governo ha preso atto dell'indisponibilità di ArcelorMittal ad assumere impegni finanziari e di investimento, anche come socio di minoranza, e ha incaricato Invitalia di assumere le decisioni conseguenti, attraverso il proprio team legale». Lo riferisce Palazzo Chigi. Il tavolo, di conseguenza, è saltato: il governo ha convocato i sindacati l'11 gennaio.

«Neanche una parola sulla tutela dell’ambiente e della salute a Taranto nelle parole dei ministri del governo Meloni: nelle dichiarazioni dei membri del governo, non si fa cenno ai dati ambientali registrati dalle centraline Arpa Puglia, né all’impatto sulla salute dei tarantini e degli operai Ilva». Così, in una nota congiunta, il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, e la rappresentante pugliese della Direzione Nazionale di Europa Verde, Fulvia Gravame. Eppure, aggiungono, «i dati Arpa, elaborati da Omniscope, mostrano inequivocabilmente come l’inquinamento atmosferico da PM10 e benzene, sostanze cancerogene secondo lo IARC, sia in preoccupante aumento negli ultimi anni, specialmente nel quartiere Tamburi, centralina di via Orsini, quella più vicina all’Ilva. È inquietante che tali incrementi avvengano mentre gli impianti producono al minimo, circa tre milioni di tonnellate annue».

Il governo, proseguono i due ecologisti, «si concentra su ulteriori investimenti negli impianti Ilva, senza specificare per fare cosa e trascurando l’attuazione dei principi costituzionali relativi all’ambiente e alla salute. Quale obiettivo persegue aumentando la quota di proprietà? Intende accettare l’aumento di produzione di acciaio con la stessa tecnologia attuale come chiede appunto Acciaierie d’Italia nella richiesta di nuova Aia?». Per dare «risposta a queste domande - annunciano - sarà presentata un’interrogazione parlamentare per chiedere la chiusura degli impianti Ilva e l’avvio di un percorso unitario che identifichi settori alternativi di investimento a beneficio della comunità locale».

Autotrasportatori ex Ilva, assemblea permanente a Taranto

Intanto è in corso l’assemblea permanente degli autotrasportatori di Casartigiani Taranto in presidio davanti alla portineria C-area Tir dello stabilimento siderurgico ex Ilva: rivendicano il rispetto dei tempi nei pagamenti delle fatture scadute e sono in attesa di conoscere le determinazioni del governo dopo l’incontro con ArcelorMittal. Gli autotrasportatori avanzano ancora i pagamenti delle fatture che, per norma, sono previsti entro 60 giorni. Questo pomeriggio anche l’onorevole Ubaldo Pagano e la segretaria provinciale del Pd di Taranto Anna Filippetti si sono uniti all’assemblea, confrontandosi con gli associati di Casartigiani Taranto e il coordinatore regionale Stefano Castronuovo.

«È piena collaborazione da parte del Partito Democratico - hanno dichiarato - se davvero in queste ore si deciderà per il passaggio dello Stato nella maggioranza di AdI. Ovvio che bisognerà immediatamente mettere in campo investimenti per liquidare tutte le fatture maturate, quelle nei confronti degli autotrasportatori, come quelle verso tutto il tessuto imprenditoriale che orbita nell’appalto ex Ilva».

Secondo i due esponenti del Pd è «indispensabile individuare le risorse (5 miliardi circa) da destinare alle opere di decarbonizzazione e garantire la continuità produttiva, quindi il mantenimento dei livelli occupazionali, con un impatto ambientale ridotto. Altro passaggio essenziale è la valutazione di impatto ambientale e sanitario preventiva per tenere insieme produzione e salute».

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