La storia
L’ultimo caffé del «Cin Cin Bar»: a Castellaneta finisce un’epoca
Consumati gli ultimi caffè di fine dicembre, al civico 40 di via Roma la storica saracinesca grigia e cigolante si abbasserà per sempre
CASTELLANETA - Giusto il tempo di gustare un ultimo caffè, poi la vecchia macchina smetterà di macinare chicchi e la favola del Cin Cin Bar si dissolverà per sempre come il vapore sprigionato per decenni dalla sua lancia monta latte. Una storia d’amore lunga più di 50 anni, quella tra lo storico bar della famiglia Lavarra e Castellaneta.
Una storia d’amore ormai ai titoli di coda perché, consumati gli ultimi caffè di fine dicembre, al civico 40 di via Roma quella storica saracinesca grigia e cigolante si abbasserà per sempre e il corso principale della città di Valentino resterà orfano, si spera solo momentaneamente, di un altro punto di aggregazione. Meritato pensionamento per il maestro Luigi e nuove opportunità lavorative, sicuramente più avvincenti, per sua figlia Valentina: il Cin Cin Bar esce di scena e lo fa in punta di piedi, come nel suo stile, ma in fondo lo sa bene che resterà per sempre nel cuore di chiunque l’abbia frequentato almeno una volta nella vita.
Molto più di un bar, un vero punto di riferimento per pendolari ed avventori. Un porto sicuro per tutti e per qualcuno, perché no, un’autentica seconda famiglia. La gestione commerciale più longeva di Castellaneta: per anni ha “minacciato” di chiudere i battenti ma nessuno, tra clienti vecchi e nuovi, ci ha mai creduto sul serio. Stavolta però è tutto vero e la vetrina spoglia di amari, leccornie e distillati accresce un nodo in gola che nemmeno un punch caldo preparato da Luigi riuscirebbe ormai a sciogliere. Il maestro Luigi, barista vecchio stampo, con una storia simile a quella di tanti pugliesi della sua generazione: classe 1948, partito giovanissimo alla volta di Milano in cerca di lavoro. Anni di dura gavetta come apprendista in un bar del centro, nei pressi del Teatro alla Scala, poi la svolta: correva l’anno 1972 quando tornò a Castellaneta per lavorare come dipendente nell’ambizioso Cin Cin Bar, neonata attività di ristorazione, avviata solo qualche anno prima. Il suo destino era proprio lì dentro, dietro a quel bancone. Luigi lo intuì subito e poco dopo, con ambizione e tanto sacrificio, ne divenne contitolare gestendo egregiamente bar, tavola calda e pizzeria. C’era una volta via Roma, romantica e genuina. C’era una volta il passeggio, il profumo inconfondibile dei panzerotti fritti di sua moglie Rosa, il rumore delle palline impazzite nel biliardino durante i tanti tornei di calcio balilla, organizzati per ammazzare il tempo. E poi il flipper, i caffè corretti per vincere il freddo, i quotidiani da leggere insieme, il jukebox, gli amari, gli spumoni artigianali, i negus preparati con un’antica ricetta segreta. Sorrisi e cortesia dietro al bancone, studio e massima concentrazione nel suo laboratorio. Fu proprio in quei locali retrostanti, solo tra mille pensieri, che un giorno Luigi prese la saggia decisione di dedicarsi completamente all’arte del gelato artigianale. Fece tesoro di quell’antica ricetta “rubata” con gli occhi da ragazzo: provò, sperimentò e ottenne subito risultati lusinghieri, capaci ancora di deliziare i palati di tanti aficionados di tutte le età.
Il Cin Cin Bar è stato tutto questo: tradizione, serietà e cortesia per una clientela eterogenea. Quella stessa clientela che oggi si aggrappa alla speranza che qualcuno possa rilevare l’attività commerciale: proposte ce ne sono tante ma si attende la scintilla capace di riaccendere quella vecchia macchina macina chicchi. Solo in quel caso la lancia tornerà a fischiare forte, a sprigionare vapore e a montare cremosi cappuccini. Grazie di tutto Cin Cin Bar, l’ultimo brindisi è già nella storia.