La svolta
Incendio stadio «Iacovone» di Taranto: arrestati due tifosi foggiani. Forse una vendetta per uno sgarro
La polizia è riuscita a identificarli dopo indagini serrate: sono entrambi ai domiciliari
TARANTO - Sono finiti agli arresti domiciliari Vittorio Ferrara e Ivan Giannuario, due tifosi foggiani accusati di aver appiccato il rogo, con un fumogeno, sotto la curva sud dello stadio Erasmo Iacovone di Taranto il 3 settembre scorso durante la gara degli ionici contro il Foggia. Un incendio che distrusse un ingente quantitativo di rotoli di materiale di gomma vulcanizzata avvolta su un cilindro centrale in cartone, con interposti strati di plastica, depositato nella parte sottostante del “Settore Ospiti”: materiale che avrebbe dovuto essere utilizzato nella ricostruzione della nuova pista di atletica e che invece è stato completamente incenerito dall’incendio gigantesco. Le fiamme divorarono non solo quei rotoli di gomma, ma come si legge negli atti dell’inchiesta quasi tutta la zona della Curva Sud «comprese le parti strutturali, l’impianto elettrico e idrico» mettendosi così «in pericolo l’incolumità di migliaia di persone».
Sono stati i poliziotti della Digos di Taranto, guidati dal commissario Francesco Cecere e coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica Francesca Colaci, a individuare i due tifosi, entrambi residenti nel capoluogo dauno e rispettivamente di 38 e 39 anni che devono ora difendersi dall’accusa di incendio con le aggravanti di aver provocato danni a un edificio pubblico durante una manifestazione sportiva: il fuoco, secondo quanto accertato dai vigili del fuoco, ha distrutto infatti oltre 113mila chili di gomma, pari a circa 16mila pneumatici in gomma per autoveicoli.
Le attività investigative sono partite dall’analisi di centinaia di filmati video, tra quelli raccolti dai sistemi di video sorveglianza dell’impianto sportivo fino a quelli realizzati dagli stessi sostenitori del Foggia e poi finiti online: tramite l’incrocio di quei file video, i poliziotti sono riusciti a identificare i due soggetti che alle 23.04 acceso il fumogeno che ha scatenato l’inferno di fiamme. Un inferno che igli ultras foggiani, inquadrano come una vendetta per uno sgarro dei tarantini del 2006: a dicembre di quell’anno, infatti, l'escalation di violenza tra le due tifoserie era culminata proprio allo Iacovone quando i rossoblu sventolarono una bandiera trafugata ai foggiani che questi tentarono, invano, di recuperare. Le due fazioni arrivarono allo scontro che generò un altro incendio che distrusse il bar ubicato nel settore ospiti. E infatti dalle intercettazioni, emerge che chiaramente che quell’atto può e deve essere considerato dai rossoneri come una vendetta: «devono bruci…hanno fatto la rapina a noi? Ci hanno fatt…ci hanno fatto la rapina a noi? Il furto della…quello è furto che hanno fatto a noi…della bandiera».
Gli elementi raccolti dai poliziotti sono finiti nella richiesta di misura presentata dal pm Colaci e formata dal giudice Fulvia Misserini che ha disposto, come detto gli arresti, domiciliari.