Politica

Taranto, «verifica» in Comune. E Melucci perde già i Verdi

Fabio Venere

I pentastellati: «Il sindaco sta stracciando il programma elettorale». Due consiglieri comunali sarebbero venuti alle mani tra loro e poi un altro invece si sarebbe scagliato contro un segretario provinciale.

TARANTO - È crisi al Comune. Lo è, in particolare, il centrosinistra che ieri mattina ha partecipato ad una lunga riunione presieduta dal sindaco Melucci. Lunga e molto tesa sino al punto che, in momenti diversi, due consiglieri comunali sarebbero venuti alle mani tra loro e poi un altro invece si sarebbe scagliato contro un segretario provinciale. Già, i segretari. C’erano anche loro al summit a cui avrebbe dovuto poi far seguito l’annunciata conferenza stampa del primo cittadino prevista per le tre del pomeriggio. Che, invece, è stata rinviata così come, qualche ora prima, era stata annullata quella indetta dai Cinque Stelle. Nella nota in cui Palazzo di Città avvisa i giornalisti che l’appuntamento pomeridiano era saltato, si fa sapere apertamente che nei prossimi giorni verrà aperta una verifica. Poche righe che testimoniano come sopra il cielo della politica tarantina regni sovrana la confusione.

E allora, dunque, cosa potrebbe accadere? Lunedì prossimo, 18 dicembre, la maggioranza che governa il Municipio si incontrerà nuovamente e, in quell’occasione, dovrebbe fare il punto sui nuovi criteri da seguire per la composizione della giunta e delle aziende partecipate. Che, probabilmente, andranno riviste dopo la crescita esponenziale registrata in Consiglio comunale di Italia viva, partito a cui ha aderito lo stesso Melucci, che ormai è il gruppo più numeroso tra quelli presenti in aula. Ancor prima dell’appuntamento del 18, però, i partiti dovranno far sapere se fanno parte ancora della maggioranza e se, appurato questo, al loro interno c’è qualche defezione rispetto al sostegno al sindaco.

Poi, in serata, l’annuncio: Europa verde si sfila dalla maggioranza e promette una «dura opposizione», a meno che «la maggioranza non recuperi la dignità e torni al voto». L’assessore Marti (Ambiente), dunque, dovrebbe «saltare». È possibile, se non probabile, chei Cinque Stelle facciano altrettanto magari limitandosi ad un appoggio esterno alla giunta. Per entrambi, e lo hanno detto apertamente nel corso della riunione, pesano come macigni le parole che Melucci ha pronunciato, lo scorso 3 dicembre, a Roma, intervenendo dal palco dell’Assemblea nazionale di Italia viva (il suo nuovo partito). E, in particolare, pomo della discordia (manco a dirlo) sono le politiche da seguire per l’ex Ilva. In questo contesto, dunque, va collocata la dichiarazione rilasciata ieri sera dal coordinatore provinciale del M5s, Francesco Nevoli, che senza mezzi termini descrive un sindaco che con la sua adesione ai «renziani» sta «stracciando il programma elettorale» e lo invita a «fare chiarezza». Una stoccata la vetriolo verso il vertice del Municipio giunge persino dal Parlamento europeo. Lì l’eurodeputata Rosa D’Amato (Greens - Verdi europei) assicura che «Taranto non ha bisogno di queste alchimie consiliari e tantomeno nel nome di Renzi». Intanto, il l centrodestra, unito, invece, parla di «commedia tragicomica».

Ora, c’è da chiedersi quale possa essere l’esito e l’evolversi della situazione dopo la verifica. Tante le incognite, ma almeno due le certezze: Melucci non si dimetterà e la sua giunta cambierà ancora. Resta, però, solo da capire se tutto questo avverrà prima o dopo il bilancio di previsione 2024.

Uno sguardo, anzi due, infine, vanno dati al Pd (potrebbe presto contarsi in Direzione) e al movimento emilianista «Con» diviso al suo intern su un sostegno incondizionato al sindaco di Taranto.

Privacy Policy Cookie Policy