Nel tarantino

Massafra, soldi falsi in cambio di bitcoin: quattro arresti (IL VIDEO)

Francesco Casula

L'organizzazione aveva ramificazione in tutta Italia. Indagate 12 persone tra Taranto, Milano, Roma, Pordenone, Torino, La Spezia, Pordenone e Trapani

TARANTO - Un fiume di monete e banconote false distribuite in tutta Italia. Compravendite di denaro fasullo in cambio di bitcoin, riciclaggio e persino una stamperia a Massafra, nel tarantino. Una storia che parte da «La banda degli onesti» di Totò e arriva fino al dark web dei millennial.

Una vera e propria associazione a delinquere per la produzione di monete false è stata scoperta nel tarantino dai Carabinieri durante un'indagine che ha portato all'arresto di 4 persone di cui 1 in carcere e 3 ai domiciliari. Vendevano monete false, da tagli in moneta di 2 alle banconote da 20 euro, ricevendo in cambio bit coin. Indagate complessivamente 12 persone tra Taranto Milano, Roma, Pordenone, Torino, La Spezia, Pordenone e Trapani.

A capo dell’organizzazione c’era Mirko Laterza 34enne di Massafra, che per i pubblici ministeri Francesca Colaci e Raffaele Graziano «promuoveva e organizzava l’associazione, con compiti di decisione e di pianificazione del programma criminoso e di attribuzione dei ruoli ai partecipi». Tra questi compaiono anche Angelo Muzzonigro, ritenuto il “coniatore” delle monete false e di venditore sul canale Telegram, e Vincenzo Tateo, formale intestatario di tutti i contratti di forniture energetiche e di prodotti necessari per mandare avanti la stamperia abusiva in via Petrarca a Massafra. Tutti sono finiti ai domiciliari.

Ma le indagini dei militari dell’Arma hanno permesso di arrivare fino a Christan Conte, 33enne di Castellaneta ritenuto «escrow» cioè il garante delle compravendite di monete false effettuate su Telegram per un ammontare complessivo di oltre 1 milione di euro: per gli inquirenti Conte, unico a essere finito in carcere, in sostanza ostacolava l’identificazione del denaro garantendo l’anonimato delle numerosissime transazioni illecite tra i venditori e gli acquirenti, che veniva effettuato in criptovalute in modo da non mettere in relazione le parti rispetto a quella operazione finanziaria.

L’inchiesta ha sostanzialmente unito due filoni investigativi condotti dal comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria - Sezione Operativa e Sezione Criptovalute. La prima indagine, come detto, consentiva di raccogliere gravi indizi sull’esistenza dell’associazione che produceva e distribuiva monete false guidata da Laterza. Nel corso delle attività, in particolare durante l’analisi delle compravendite, attraverso le criptovalute, è emersa l’attività di riciclaggio svolta da Conte.

Privacy Policy Cookie Policy