Rassegne

Taranto Eco Film Festival: buona la prima

Emiliano Fraccica

Ieri l'apertura col ricercatore Tozzi

TARANTO - Non solo azione o horror, il cinema può essere anche ecologia. Inaugurata nella giornata di ieri, al multisala Savoia, la prima edizione del Taranto Eco Film Festival, manifestazione dalla grande spinta innovativa pensata e organizzata da Ella Aps, con la collaborazione del Comune di Taranto e il supporto di Apulia Film Commission, oltre al patrocinio del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Quello di ieri è stata la prima di cinque giornate, fino al 2 dicembre, dedicate ai film a tema ecologico, in cui alternare proiezioni e incontri con attori e registi, fino alla premiazione finale, divisa per due sezioni: la Sezione ufficiale, rivolta a lungometraggi, e la sezione INPuglia, dedicata ai cortometraggi girati in Puglia.

Dopo la proiezione dei primi due cortometraggi, ci ha pensato Mario Tozzi, primo ricercatore CNR, nonché divulgatore scientifico in tv con trasmissioni come “Gaia – Il pianeta che vive” o “Sapiens – Un solo pianeta”, a tagliare idealmente il nastro della kermesse, capace di affascinare i tanti ragazzi presenti con le sue parole.

«Sono contento che anche Taranto abbia un proprio festival del cinema ecologico – le parole di Mario Tozzi durante l’incontro –, ma ben venga! Più ce ne sono e meglio è, anche perché veicolano messaggi importanti in maniera diversa rispetto a quanto faccio io, più tradizionalmente, in tv, oppure a quanto fanno giornali e riviste dedicate, o ciò che fanno i modernissimi mezzi di comunicazione, penso a social network come Facebook o Instagram dove comunque circolano contenuti in cui si fanno passare informazioni e buone prassi sull’ecologia. Il cinema invece resta un’arte, e offrire al pubblico dei contenuti scientifici in un linguaggio puramente artistico è qualcosa di altamente innovativo. Mi onora aver partecipato a questa manifestazione e di aver portato il mio piccolo contributo di natura strettamente ambientale, pur non essendo propriamente un volto del cinema. Ecco, eventi come questi possono costituire occasioni nuove di seminare concetti importanti, soprattutto nelle giovani generazioni. Potrebbe perfino nascere una nuova categoria professionale, se ci pensate, l’ecoattore!».

Nel primo pomeriggio la proiezione di “Una sterminata domenica”, film di Alain Parroni distribuito nelle sale lo scorso settembre: 110 minuti di vero e proprio racconto generazionale, in cui le vite di Brenda, Alex e Kevin si intrecciano fra loro a cavallo della città e della campagna vicino al mare, e su cui incombe il futuro e un caldo che ormai non si sopporta più. A seguire i ragazzi hanno potuto dialogare proprio con Perroni.

Dello stesso tenore, e con tanti punti in comune, anche l’altro lungometraggio proiettato ieri, “The First Shot”, diretto da Yan Cheng e Federico Francioni: tre persone nate in Cina nel 1990 post-rivoluzione, che cercano la loro identità in un presente caotico e iperstimolante, con l’ansia del cambiamento e l’angoscia del vuoto. Tre esperienze differenti alle prese con l’Oggi che cambia nell’arco di pochi secondi. Anche Cheng e Francioni hanno presenziato al TEFF, raccontando qualcosa in più di questo film.

Ancora Cina nell’ultimo film proiettato ieri, stavolta in concorso: in “Youth” di Wang Bing a fare da sfondo è la città di Zhili, a 100 km da Shanghai, uno dei poli principali dell’industria tessile nazionale, che richiama tante famiglie e giovani che condividono gli stessi ambienti per circa 15 ore di lavoro giornaliere. I giovani, nel documentario di Bing, sono i protagonisti di un’opera corale che vede nell’industria un potente e paradossale aggregatore sociale.

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