IMPRESE & APPALTI

Taranto, rischio infiltrazioni mafiose: interdetta «Universal Service»

Francesco Casula

I rilievi dei carabinieri alla base del decreto del Prefetto. L’azienda si occupava della raccolta rifiuti a Palagiano, Massafra, Carosino, San Marzano di San Giuseppe e Avetrana

TARANTO - «Sussistono congruenti elementi di fatto per ritenere che nei confronti dell'impresa Universal Service srl vi siano stati e vi possano essere tentativi di infiltrazione mafiosa». È quanto si legge nell'interdittiva Antimafia firmata dall'ex prefetto di Taranto, Demetrio Martino, nei confronti della società con sede a San Marzano e con appalti per la raccolta e smaltimento di rifiuti in diversi comuni della Provincia ionica.

Il provvedimento, che risale a luglio scorso e che ora, in attesa del responso del Tar di Lecce dopo il ricorso dell’impresa, ha diviso le amministrazioni locali tra revoca dell’autorizzazione, rescissione dei contratti e proseguimento dell’attività. I Comuni di Palagiano, Massafra, Carosino, San Marzano di San Giuseppe e Avetrana, in cui opera la Universal Service, hanno dovuto decidere se portare avanti il contratto o meno con le evidenti ricadute per i 122 lavoratori.

Alla base dell'interdittiva antimafia c'è il lavoro informativo svolto dalle forze dell'ordine e in particolare dei Carabinieri che hanno evidenziato come le scelte della società abbiano «anche in modo indiretto» agevolato «le attività criminose» dato che tra i dipendenti figurano quattro soggetti di cui tre condannati definitivamente per associazione mafiosa e uno per narcotraffico. Tra questi Giuseppe Coronese, massafrese finito nuovamente in carcere alcuni mesi fa nell'inchiesta «Hybris» della Dda di Reggio Calabria per tentata estorsione in concorso con alcuni esponenti della 'ndrangheta calabrese. A questo si è aggiunta la condanna dell'imprenditore Pasquale Lonoce, a cui sono riconducibili alcune quote della Universal Service, nmel processo «T-Rex» sulle tangenti per l'ampliamento della discarica «Torre-Caprarica» di Grottaglie.

Elementi che hanno convinto il Prefetto a negare la certificazione Antimafia all'impresa ora al vaglio del Tar. Intanto i Comuni si sono trovati in una sorta di limbo giuridico e ogni ente ha scelto in modo diverso Dieci giorni fa il sindaco di Avetrana, Antonio Iazzi, ha deciso di pagare dalle casse comunali due mensilità agli 11 addetti della Universal Service che aveva sospeso i salari perchè il Comune non pagava le fatture. Un cane che si mordeva la coda fino a quando il Comune si è di fatto sostituito all'azienda.

A Palagiano, invece, il comune aveva già concesso alla Universal Service una proroga di sei mesi dell’appalto in scadenza il 30 gennaio 2023 per l’entrata in funzione dell’Ambito di Raccolta Ottimale (Aro Taranto 3) per la gestione unica del servizio di raccolta dei rifiuti tra i comuni che ne fanno parte. L’Aro tuttavia non ha indetto una nuova gara d’appalto e l’amministrazione comunale ha dovuto prorogare il servizio fino al 21 agosto per guadagnare tempo e contattare altri operatori, assegnando dal giorno dopo il servizio alla nuova azienda in regime transitorio. Chi invece ha optato per la rescissione del contratto è il Comune di Carosino: il 3 ottobre l'accordo è stato chiuso per «mancanza dei presupposti soggettivi di partecipazione al bando di gara» in riferimento all'interdittiva, ma i nove addetti alla raccolta dei rifiuti saranno assorbiti dal nuovo gestore che entrerà in azione da domani. 1 novembre. Infine ci sono San Marzano di San Giuseppe e Massafra: per il primo l’appalto scadeva lo scorso 31 agosto ma il comune lo ha prorogato per procedere a una nuova assegnazione a un’altra impresa dal mese di dicembre, mentre a Massafra il Comune ha deciso di prorogare al 30 novembre il servizio di raccolta in scadenza il 31 luglio, in attesa dell’entrata in funzione dell’Aro Taranto 3. Nella nuova gara d’appalto svoltasi a luglio ha partecipato anche la Universal Service ma dopo l’interdittiva la società è stata esclusa.

Privacy Policy Cookie Policy