Ambiente

Taranto: conto alla rovescia per la riapertura dell'oasi di palude «La vela»

Valentina Castellaneta

Il sito, riserva naturale del Wwf, sarà di nuovo accessibile dopo l’incendio del 2017. Gran festa con la liberazione della tartaruga Simona

TARANTO - Finalmente la riserva naturale regionale palude «La Vela» potrebbe essere sul punto di riaprire alla cittadinanza. Il condizionale è scaramantico. Se lo è lasciato sfuggire un felicissimo Gianni De Vincentis, presidente del Wwf di Taranto, a margine dell’evento per la liberazione della tartaruga caretta caretta ieri mattina a Lido Bruno, in mezzo ad una folla festante. Al suo fianco l’assessora all’Ambiente, Francesca Viggiano, che non ha potuto negare la notizia.
«Stiamo aspettando alcune risposte da parte del Ministero - ha confermato Viggiano - ma siamo pronti. Quando riapriremo la palude “La Vela” io mi aspetto grandi cose dalla città. Sarà una festa veramente grande. Stiamo cercando di fare in modo che non si verifichino nuovi roghi e che riapra in sicurezza».

Intanto anche la liberazione della tartaruga ribattezzata «Simona» nel mare di Lido Bruno è stato una festa. Tantissime famiglie sono accorse per godersi lo spettacolo, così tanti che neanche il Wwf se lo aspettava. Eppure Simona, diva per un giorno, non sembrava interessata al pubblico. Con qualche bracciata ha attraversato il piccolo tratto di spiaggia che la separava dal mare ed è entrata in acqua con sicurezza e voglia di libertà.

Il suo nome, scelto da Ferdinando il suo soccorritore, è una tartaruga giovane, ha tra i 10 e i 15 anni, lo si capisce dal carapace che misura 47 centimetri. Un esemplare adulto dovrebbe raggiungere 70 centimetri di lunghezza. È stata ritrovata a Marina di Lizzano, con una ferita da lenza sulla pinna anteriore destra ed è stata subito condotta nel centro di riabilitazione di Policoro, dove si trova l’ambulatorio attrezzato per il primo soccorso. Qui le è stata tolta la lenza dall’arto, ma il viaggio per la guarigione non si è fermato. È stata curata nell’ospedale per tartarughe marine della facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Bari. E così, dopo un po’ di fisioterapia, si è deciso che era pronta per tornare in mare.
«Non mi aspettavo tanta gente – ha raccontato Giovanni De Vincentis, presidente del Wwf Taranto – però me lo auguravo. Perché queste sono le cose belle di Taranto e meritano visibilità. Sono così felice della riuscita dell’evento che ne sono rimasto commosso». La scelta di Lido Bruno come spiaggia di liberazione è stata forzata.

«Con la Capitaneria di Porto – spiega De Vincentis – abbiamo notato che c’erano troppe reti fantasma calate lungo tutto il litorale di Viale del Tramonto e sarebbe stato un problema serio per Simona. Avremmo rischiato di doverla recuperare impigliata in una di queste reti». Le reti fantasma, infatti, sono la maggiore fonte di rischio per questi animali marini.
«Aiutare gli animali in difficoltà – dice il presidente di Wwf Taranto - e riportarli al loro habitat naturale è una delle nostre missioni. Cerchiamo per quanto ci è possibile di tutelare l’ambiente. A breve sarà riaperta la palude “La Vela” che abbiamo ripristinato». Dal luglio del 2017 la Riserva Naturale Regionale Palude La Vela è chiusa a causa di un grosso incendio. Con due ordinanze il Comune ne aveva vietato la fruibilità a causa del superamento della concentrazione soglia di contaminazione per i parametri Ipa e idrocarburi pesanti. Poi altri due incendi.

«In tutti questi anni – ha affermato il presidente - abbiamo lavorato per riportarla al suo splendore. Abbiamo già concordato con i centri di recupero animali selvatici di Manduria e Bitetto per la liberazione di una quarantina di specie che durante gli incendi degli scorsi anni sono state decimate».

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