Nel Tarantino
S.Giorgio Ionico, il giudice dà ragione alla Carim e il Sunia «chiama» il Comune
Si tratta di alloggi che erano di proprietà del municipio poi ceduti ai privati
SAN GIORGIO IONICO - Case ex comunali, il giudice dà ragione alla «Carim». Nei giorni scorsi, una sentenza del Tribunale di Taranto ha respinto il ricorso di un cittadino che vive in uno degli appartamenti di via Carducci a San Giorgio Ionico che erano di proprietà del Comune di Taranto ma che erano stati poi ceduti alla società privata Carim nel 2005 anche se la cessione fu perfezionata solo nel 2019.
Da quel che risulta alla «Gazzetta», nel provvedimento si definisce l’inquilino «occupante senza titolo» e lo si invita a liberare l’abitazione in favore della Carim e persino di pagare le spese legali sostenute dalla controparte nel giudizio instaurato in Tribunale.
E ora, cosa accadrà? Luigi Lamusta, segretario generale della Sunia, il sindacato degli inquilini assegnatari vicino alal Cgil, pur rispettando il pronunciamento del giudice non nasconde il suo stupore in considerazione del fatto che «si tratta di inquilini assegnatari che avevano sottoscritto, diversi decenni fa, un contratto con l’Amministrazione comunale di Taranto e che hanno pagato un canone di affetto prima al Comune e poi alla società privata». Detto questo, il sindacalista ammette la sua preoccupazione anche in considerazione del fatto che un provvedimento simile, per analogia, potrebbe essere esteso ed applicato anche agli altri alloggi di proprietà della società privata Carim e che insistono a Taranto (quasi tutti, peraltro, con la sola eccezione di quelli di San Giorgio Ionico). Chiaro, se non addirittura esplicito il riferimento a quelli di via Pio XII, via Cesare Battisti oltre a quelli del Borgo, delle Palazzine ex Scianatico a Porta Napoli e ad altri immobili in zona Tre Carrare Battisti. Per questa ragione, il «numero uno» del Sunia provinciale chiama in causa il Comune di Taranto. «È giunto il momento, se non altro per evitare problemi di ordine pubblico ed emergenze sociali, che l’Amministrazione comunale intervenga per mediare tra le parti e arrivare così ad una soluzione di questa vicenda ingarbugliata che si trascina da quasi vent’anni e che riguarda quasi 200 famihglie a basso reddito». A proposito delle condizioni economiche degli inquilini, Lamusta non chiude la porta alla sottoscrizione di contratti di locazione tra la società e gli inquilini «ma a patto che siano parametrati al livello di abitazioni popolari e non certo secondo i valori di mercato anche perché, ripeto, si tratta di gente anziana, spesso malata e con pochi mezzi economici».
Il segretario del Sunia, in realtà, non si rivolge solo al Municipio ma lancia un «sos» anche al Comune di San Giorgio Ionico, all’Arca e alla Regione Puglia sperando che «si creino le condizioni affinché l’agenzia regionale per la casa possa acquistare questi appartamenti. Di cerrto - insiste Lamusta - una soluzione va trovata. Se necessario, a breve, sottoporremo la questione anche al neoprefetto».