Musica
Taranto, l’ultimo album di Valeria Caputo con il ricordo di una grande attivista
La testimonianza di Celeste Fortunato nel videoclip Taras. Sarà proiettato, fuori concorso, al Sedicicorto Film Festival
Si chiama Habitat (Ribéss Records 2023) il terzo disco di Valeria Caputo in cui la 44enne artista tarantina sceglie di tornare alle origini. L’album nasce dall’esigenza personale di riflettere sul concetto di “casa” come convergenza di luoghi fisici e spazi interiori. Il distacco forzato dalla città natale, la continua migrazione prima di stabilizzarsi in una nuova casa (Forlì) e l’insicurezza che deriva dalla disgregazione degli affetti, portano la cantautrice a inseguire le proprie radici attraverso la musica. La musica stessa si fa casa. Caputo indaga la ragione della rinuncia a tornare nella sua città natale e la trova in quella che è diventata la questione Taranto per antonomasia: la presenza ingombrante e controversa dello stabilimento siderurgico, considerato «emblema d’inquinamento e degrado che diventano stato perpetuo di emergenza sanitaria». Alcuni brani di Habitat, che sarà distribuito il 20 ottobre prossimo, denunciano esplicitamente le violenze ambientali a cui sono sottoposti la città e il territorio tarantino, che sembra non trovare riscatto, e più in generale il nostro pianeta. L’album è anticipato dall’uscita del videoclip del brano Taras, realizzato dagli artisti tarantini Greta Baldo e Giovanni “La Salsa” Germinario con una tecnica mista tra disegno a mano e animazione digitale. Dopo l’anteprima, sarà proiettato – fuori concorso – al Sedicicorto International Film Festival (Forlì, 7-15 ottobre).
L’autrice ha scelto il primo lunedì di ottobre, designato dalle Nazioni Unite Giornata mondiale dell’Habitat, come data simbolica per rilasciare il videoclip dedicato alla città di Taranto.
L’esplosione sonora del brano viene preceduta dalla voce profonda di Elisabetta Marconi, che interpreta la poesia “Altra volta venni”, composta da una delle figure più affascinanti del ‘900 italiano, il poeta e artista tarantino Raffaele Carrieri. Una pacatezza che precede l’urto dei suoni distorti di tamburi e synth e il dialogo distonico tra sassofoni, su cui si staglia la registrazione vocale della testimonianza dell’ambientalista tarantina Celeste Fortunato, stroncata da leucemia mieloide acuta nel luglio 2023, all’età di 45 anni, nel suo intervento durante la manifestazione Stop al Sacrificio di Taranto (poco più di un anno prima della sua scomparsa a causa della grave malattia).
In altri brani la cantautrice tarantina entra in luoghi intimi e affronta in punta di penna tematiche tradizionalmente femminili. Un esempio è il brano riservato a Mélanie Bonis, compositrice tardo-romantica che, a sua volta, ha dedicato molte composizioni alla memoria di grandi donne vissute prima di lei. Affronta poi il settore della quotidianità, delle passioni e affinità private (Ma quale casa, Mel, Dove finisco io); quello della sua città (Taras, appunto); quello dello stato Italia o, meglio, della sua assenza, e della denuncia politica (Sulla strada statale); quello del pianeta Terra come dimora di un’umanità senza confini (Riconoscersi). Sono settori che definiscono paesaggi mai solamente esteriori o solamente interiori (Vieni, La mia città che sull’acqua brucia). Nello spazio degli 8 brani che compongono il disco, Caputo tratteggia una mappa dell’abitare che rimescola continuamente.