I conti della società
Taranto, una nuova perizia per determinare il valore dell’inceneritore ’Amiu
L’azienda ha affidato l’incarico ad un docente della «Luiss». Il bilancio 2022 verrà approvato entro fine mese, ma molto probabilmente si chiuderà con un passivo
TARANTO - Una nuova perizia per determinare il reale (e attuale) valore dell’inceneritore dei rifiuti di proprietà dell’Amiu di Taranto. Da quel che risulta alla Gazzetta, la società d’igiene, totalmente partecipata del Comune di Taranto, ha affidato ad un docente universitario della «Luiss» di Roma il compito di aggiornare la portata economico - finanziaria del sito ormai inutilizzato da dieci anni.
Per la cronaca, e per una necessaria ricostruzione storica, l’Amministrazione comunale conferì, durante la gestione commissariale straordinaria di Tommaso Blonda, all’Amiu beni immobili e impianti per complessivi 60 milioni di euro. Di questi, 49 erano riferiti all’inceneritore poi rideterminati con una successiva perizia del 2010 - 2011 in 40 milioni. In estrema sintesi, per salvare l’azienda, Blonda acese il «semaforo verde» al trasferimento di questi beni che poi costituirono, di fatto, l’impalcatura se non addirittura l’ossatura del bilancio. Sul punto, di recente, era stato il consigliere comunale Gianni Liviano (Misto di maggioranza) a porre il problema sottolineando come il bilancio aziendale si reggesse sulla stima di un impianto che «ormai è ridotto ad un rottame e da cui si potrebbe ricavare smantellandolo 1 milione di euro e non certo più i 40 messi a bilancio». Sin qui Liviano, che aveva reclamato una sorta di operazione verità sui bilanci di Kyma Ambiente così come, da un anno e mezzo circa, è denominata l’azienda. E proprio fonti vicine alla partecipata del Municipio assicurano che, in tempi non sospetti ovvero prima che venisse sollevato questo clamore attorno alla società erano state già attivate le procedure per avere una nuova perizia.
Inoltre, i vertici dell’Amiu avrebbero chiesto al docente universitario di definire una stima ad ampio raggio dell’inceneritore. In che senso? Presto detto. Il perito incaricato dovrà stabilire il valore di mercato di un impianto, fermo da dieci anni (vero), ma che ha un’autorizzazione integrata ambientale in vigore e che rientra nelle previsioni del Piano regionale dei rifiuti. L’analisi del valore, dunque, non farà leva solo su considerazioni tecniche e impiantistiche ma anche su aspetti che riguardano le norme, le autorizzazioni all’esercizio e il possibile reinserimento nel mercato di un impianto, che /profondamente) ristrutturato e sfruttando le due linee di incenerimento, potrebbe avere una capacità di 60mila tonnellate all’anno.
La (nuova) perizia sull’inceneritore, evidentemente, verrà inserita bilancio societario che subirà, qualunque sia il valore determinato, delle modifiche. Già, il bilancio. Quello del 2022, inizialmente previsto per il prossimo 9 giugno, slitterà e verrà approvato entro la fine del mese.
Lo schema finanziario dell’anno precedente dovrebbe concludersi con un passivo. Da questo punto, verrebbe da dire indipendentemente dalla cifra, si dovrà comunque ripartire con un nuovo piano industriale e con la conseguente modifica del contratto di servizi tra il Municipio e la stessa Amiu.