Nel Tarantino
Palagiano, ambulanze-fantasma, scatta l’accusa di truffa ai danni dell’Asl ionica
L’azienda si è costituita parte civile. Le cooperative finite sotto inchiesta per aver ottenuto rimborsi dall'Asl di Taranto sostenendo di aver utilizzato mezzi per il trasporto di pazienti che in realtà, secondo l’accusa, non avrebbero mai usato
PALAGIANO - Truffa consumata e non tentata. È la nuova accusa mossa dal pubblico ministero Antonio Natale nei confronti di Pierangelo Cifone, rappresentante legale della «Associazione Santissima Medici Soccorso» di Palagiano, una delle cooperative finite sotto inchiesta per aver ottenuto rimborsi dall'Asl di Taranto sostenendo di aver utilizzato mezzi per il trasporto di pazienti che in realtà, secondo l’accusa, non avrebbero mai usato. Inizialmente l'accusa era solo di aver tentato di frodare l'azienda sanitaria, ma in realtà il pm Natale ha scoperto, dopo la chiusura delle indagini, che la richiesta di pagamento è stata liquidata. Nelle scorse udienze l'Asl, attraverso l'avvocato Emidio Attavilla, aveva avanzato una richiesta di risarcimento di 50mila euro, ma con le nuove accuse l'azienda dovrà ricalcolare il valore dei danni subiti dall'azione dell'imputato.
Cifone, difeso dall’avvocato Leonardo La Porta, secondo l'accusa iniziale della procura di Taranto avrebbe presentato all’Azienda sanitaria ionica la documentazione che attestava l’utilizzo di un’ambulanza per il trasporto di pazienti dializzati anche se, secondo le indagini delle fiamme gialle, il servizio di accompagnamento dei pazienti avveniva utilizzando semplici automobili che prevedono un rimborso del 50 percento.
Ma nell'inchiesta è finita anche l’associazione «Angeli della Strada - Associazione di Volontariato Onlus» anche questa con sede legale nel Comune di Palagiano e guidata da Saverio Guisa: per la procura ionica, anche Guisa, assistito dall’avvocato Luca Balistreri, avrebbe presentato documentazione non corrispondente alla realtà dei fatti: per l’accusa infatti, Guisa avrebbe depositato negli uffici dell’Azienda sanitaria locale una serie di carte che attestava l'utilizzo dell'ambulanza per il trasporto di pazienti dializzati, ma secondo quanto acdcertato nel corso delle indagini dai finanzieri «in realtà tale mezzo – si legge nell’imputazione del pubblico ministero – era stato distrutto da incendio». Il mezzo, insomma, non esisteva da tempo, ma sulle carte circolava per la provincia di Taranto accompagnando i pazienti per sottoporsi alla dialisi.
La richiesta ritenuta indebita dalla procura, in questa vicenda, ammontava a circa 14mila euro neutralizzata però dall’intervento degli inquirenti. Dopo la richiesta di rinvio a giudizio, la vicenda è finita sulla scrivania del giudice per le udienze preliminari Fulvia Misserini: nelle prossime udienze il magistrato dovrà decidere se prosciogliere i due imputati dall’accusa oppure disporre l’avvio di un processo. che accerti le eventuali responsabilità dei due.