Impianti sportivi
Taranto: nuovo stadio, progetto ultimato, operazione da 47 milioni
Entro 10 giorni la società Esperia Investor dovrebbe depositare gli atti in Comune
Dieci giorni. Da quel che risulta alla Gazzetta, entro questo breve arco di tempo, la società milanese Esperia Investor dovrebbe depositare negli uffici tecnici comunali quella che, in gergo, si definisce manifestazione di interesse per la costruzione del nuovo stadio «Iacovone». In particolare, dalle scarse informazioni che filtrano e che rimbalzano lungo l’asse Taranto - Milano, si apprende che il progetto relativo all’impianto sportivo (che verrà demolito e ricostruito) è stato praticamente ultimato. È in fase di definizione ancora, invece, il Pef (acronimo che sta per Piano economico - finanziario) e la parte della proposta che riguarda, invece, le aree esterne allo stadio in cui verranno previsti degli spazi per attività commerciali (settore ristorazione, abbigliamento, palestre), ma non solo. Nella zona che insiste lì dove ora c’è la curva Sud dovrebbe essere realizzato un business hotel la cui progettazione sarebbe stata affidata ad un tecnico molto noto nel settore. E, inoltre, verrà anche allestito un centro medico - sportivo che avrà probabilmente una connessione ovvero un collegamento anche materiale con lo stadio.
Sin qui, quello che il taccuino del cronista riesce a raccogliere insinuandosi tra le barriere di un’inevitabile riservatezza che blinda l’accesso ad ulteriori informazioni prima della presentazione ufficiale del progetto alla città. Per il resto, mettendo insieme altri frammenti di notizie più o meno confermate, si arriva ad ipotizzare che l’operazione «Iacovone» possa oscillare complessivamente intorno ai 45 - 50 milioni di euro (di questi, quelli pubblici saranno compresi tra 18 e 26) e che la durata della gestione dello stadio, pardon della concessione, dovrebbe essere piuttosto lunga magari avvicinandosi al modello seguito per l’impianto di Udine. E, anche in questo caso formulando un’ipotesi, potrebbe essere compresa tra un minimo di 50 anni e un massimo di 90.
Sin qui, altri elementi che potrebbero rientrare in quello che sarà o potrebbe essere lo schema del futuro bando del progetto di finanza che verrà indetto dal Comune di Taranto nel caso in cui, ovviamente, dovesse essere ritenuta ammissibile la manifestazione di interesse presentata dalla società milanese. In questo scenario, infatti, a presentazione della domanda avvenuta, il Municipio avrebbe poi due mesi di tempo per rispondere (positivamente o negativamente). Superato il primo gradino, da febbraio 2023 in poi, l’Amministrazione comunale potrebbe emanare il bando di gara relativo al progetto di finanza che prevederebbe la demolizione dello stadio, la costruzione del nuovo impianto sportivo e la gestione per un determinato numero di decenni della struttura per incassare così i proventi derivanti dallo sfruttamento a fini commerciali delle aree esterne allo stesso «Iacovone». Questa fase, dunque, potrebbe concludersi tra la primavera e l’estate del prossimo anno e culminare con la sottoscrizione del contratto con l’impresa che si aggiudicherà il bando (il soggetto proponente, ovvero Esperia Investor, in caso di parità di offerte avrà il diritto di prelazione). Ecco, se tutte queste tappe dovessero essere rispettate, entro l’autunno del prossimo anno potrebbe essere aperto il cantiere che partirebbe con la demolizione dello stadio. Primo passo, ovviamente, necessario per la costruzione di un nuovo impianto funzionale alle diverse esigenze imprenditoriali. Da quel momento in poi, in 18 - 24 mesi, l’opera dovrebbe essere completata ed essere così utilizzabile per i Giochi del Mediterraneo «Taranto 2026».
Ma, esattamente, chi è che sta per proporre ufficialmente questo progetto al Comune di Taranto? Si tratta della Esperia Investor, società milanese, anzi è una holding che investe in società ad alto contenuto tecnologico, operanti principalmente nel settore immobiliare e dei servizi finanziari. Il motore di quest’operazione è il manager, peraltro di origini tarantine, Antonio Ferrara, co - founder dell’azienda. Nel 2019, insieme a Emiliano di Bartolo, fonda G Rent che opera con il marchio Gabetti short rent (“Gsr”), attiva nel settore dell’ospitalità e si occupa di affitti brevi di fascia alta (Luxuryshortrent) e affitti business medio - lungo .appartamenti destinati a clienti che si spostano per motivi di lavoro. Da maggio 2021 la società è quotata in Borsa nel segmento Aim.