Il caso

Taranto, abusi sulla nipote 14enne: zio «orco» condannato a 8 anni di carcere

Francesco Casula

La ragazzina dopo la violenza sessuale era caduta in uno stato di profonda prostrazione. Il 48enne accusato anche di minaccia

È stato condannato a 8 anni di carcere un 48enne tarantino accusato di violenza sessuale e minaccia ai danni della nipotina 14enne. Il collegio di giudici, composto dai magistrati Federica Furio, Costanza Chiantini e Silvia Mauro, hanno riconosciuto l’uomo colpevole di tutte le accuse: il pubblico ministero Maurizio Carbone aveva chiesto una condanna a 9 anni di reclusione, ma i giudici hanno emesso un verdetto di poco più lieve.

Il collegio giudicante, inoltre ha disposto che il 48enne sia interdetto in perpetuo da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado e da ogni ufficio o servizio in istituzioni o in altre strutture pubbliche o private frequentate prevalentemente da minori. Infine, la sentenza prevede che un processo civile stabilisca l’ammontare del risarcimento che l’uomo dovrà versare alla ragazzina e ai familiari, costituiti parte civile attraverso l’avvocato Patrizia Boccuni, e nel frattempo dovrà versare una provvisionale immediatamente esecutiva di 10mila euro.

I fatti risalgono a luglio 2017 quando in occasione di un pranzo familiare, mentre era con tutta la famiglia, ha a profittato del momento in cui l nipote era sola sul balcone di casa: si è avvicinato improvvisamente mentre la ragazzina era di spalle e ha allungato le mani. In quell’occasione l’uomo aveva anche rivolto frasi alla nipote di soli 14 anni come «Sei bellissima, voglio che diventi mia moglie». Quell’episodio che ha sconvolto la 14enne, ma che come spesso accade in queste situazioni, non ha raccontato nulla ai genitori per paura di ritorsioni. Qualche mese più tardi, però, la violenza del 48enne è esplosa in tutta la sua brutalità.

Una domenica mattina di ottobre, infatti, la famiglia era in un dei mercati rionali della città, quando l’uomo approfittando del fatto che la ragazzina era rimasta più isolata rispetto al resto del gruppo, le ha afferrato il polso e l’ha portata con sé con la scusa di volerle comprare qualcosa come regalo. In realtà ha spinto la 14enne dietro una siepe isolata e l’ha violentata. Il 48enne poi l’ha minacciata di non raccontare niente di quanto era accaduto altrimenti l’avrebbe picchiata. Terrorizzata non ha raccontato, neppure in quel caso, niente alla famiglia. Da quel momento, però, è caduta in un profondo stato di prostrazione. È stata una sua insegnante ad accorgersi che qualcosa non andava: ha visto i disegni inquietanti che la 14enne realizzava e ha segnalato tutto alla psicologa della scuola. La professionista, dopo un lavoro lento e complicato, ha ottenuto la fiducia della ragazzina che le ha svelato i demoni che portava dentro. A quel punto è stata informata la famiglia che attraverso l’avvocato Boccuni, ha presentato denuncia alla magistratura e nei giorni scorsi è giunta la sentenza di primo grado.

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