La protesta
Statte, sit-in di Legambiente: «rimuovere 3mila fusti radioattivi Cemerad»
Il deposito è ritenuto «totalmente inadatto ed insicuro»
TARANTO - Flash Mob degli attivisti di Legambiente Puglia questa mattina nel sito ex Cemerad di Statte (Taranto) per chiedere la bonifica della struttura e la messa in sicurezza dei 3.074 fusti radioattivi ancora presenti. Il deposito è ritenuto «totalmente inadatto ed insicuro». L'inventario iniziale segnalava 16.500 fusti totali (3.401 radioattivi, 13.020 potenzialmente decaduti e 79 contenenti filtri e sorgenti contaminati da evento Chernobyl). Il sit-in si è svolto alla presenza del sindaco di Statte Franco Andrioli, del presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani, del presidente di Legambiente Puglia Ruggero Ronzulli, della direttrice regionale dell’associazione, Daniela Salzedo, e dei circoli di Legambiente della provincia di Taranto.
«Sono trascorsi esattamente 35 anni - ha sottolineato Ciafani - dal disastro di Chernobyl, il più grave incidente nella storia del nucleare civile insieme a Fukushima: la sua onda lunga, come ben sappiamo e abbiamo documentato, produce effetti devastanti sull'ambiente e sulla salute di milioni di persone ancora oggi, e non conosce frontiere. E il deposito di Statte conosce molto bene questa parte della storia, avendo anche ospitato in questo impianto i filtri contaminanti. È un monito per l’Europa e l'Italia che hanno il dovere e la responsabilità di chiudere in sicurezza con il nucleare e la sua pericolosa eredità, e di contrastare lo smaltimento illecito dei rifiuti radioattivi».
L’obiettivo del flash mob, ha commentato Ronzulli, è di "riportare l’attenzione a livello regionale e nazionale sull'esigenza e sull'urgenza di mettere in sicurezza un territorio che da troppi anni sta aspettano la fine di un incubo. È fondamentale ed urgente stanziare i fondi necessari per portare via i 3 mila fusti restanti, conservati in un sito totalmente inidoneo, e liberare da questi veleni la città di Statte, l’intera provincia di Taranto e la Puglia. Non c'è più tempo di attendere, perché il tempo è ora».