Nel Tarantino
Ginosa, spiagge ai privati: l'Antitrust contro il Comune
Presentato ricorso al Tar: «La proroga delle concessioni demaniali viola le norme europee». Il sindaco: una situazione paradossale
La proroga delle concessioni demaniali senza gara d’appalto è contraria ai principi comunitari di libera concorrenza, e dunque le norme nazionali che permettono di portarle fino al 2033 devono essere disapplicate. Lo scontro sulla Direttiva Bolkestein si gioca in Puglia, stavolta ad altissimo livello: l’Autorità garante della concorrenza ha infatti messo nel mirino una quindicina di Comuni tra cui Ginosa, che a dicembre ne ha prorogate 22 con una delibera di giunta. La proroga inserita nella legge di bilancio 2019 dall’allora ministro leghista Gianmarco Centinaio, quella poi prevista dal Decreto Rilancio di maggio 2020 per l’emergenza covid, ma soprattutto le iniziative avviate dalle autorità locali, hanno indotto a dicembre la Commissione europea a mettere in mora l’Italia con una lettera che ricorda l’obbligo di gara d’appalto stabilito in sede comunitaria e non derogabile per le attività che hanno valenza commerciale. La stessa Antitrust, a inizio marzo, aveva segnalato al premier Draghi che la proroga automatica è illegittima ed ha cominciato a spedire diffide ai Comuni (in Puglia ne è arrivata una anche a Maruggio, mentre altri ancora si sono «salvati» perché i termini per l’impugnazione delle proroghe sono trascorsi). Sul litorale di Ginosa sono presenti 24 stabilimenti balneari, 33 spiagge libere (di cui 15 attrezzate) e tre punti di ormeggio a servizio del turismo ma anche di centri residenziali importanti come Riva dei Tessali.
«Si è creata - dice il sindaco di Ginosa, Vito Parisi - una situazione paradossale perché, pure a fronte di un grave vulnus legislativo, noi non ci siamo limitati a sentire i concessionari. La proroga è infatti condizionata al rispetto di una serie di impegni, tra cui la demolizione dei manufatti abusivi. Stiamo lavorando al piano delle coste, e abbiamo stabilito che al momento dell’approvazione le concessioni decadranno automaticamente». Nella risposta alla diffida dell’Autorità, peraltro, il Comune di Ginosa ha richiamato una sentenza dello scorso anno con cui il Tar di Lecce (è stato presentato appello) ha affermato che le autorità amministrative non hanno il potere di disapplicare la legge di proroga. Ma a parere dell’Antitrust le disposizioni normative statali «si pongono in evidente contrasto con specifiche disposizioni eurounitarie dotate di efficacia diretta» e in particolare con la Direttiva Bolkestein, che in questi casi prescrive l’obbligo di effettuare una gara pubblica e vieta il rinnovo automatico: un quadro che è stato riconosciuto da altri Tar.
Quello della Toscana ha infatti annullato le proroghe disposte dal Comune di Piombino rilevando che esiste «l’obbligo di disapplicazione della normativa interna contrastante da parte delle Amministrazioni pubbliche chiamate a darvi attuazione». La proroga del Comune di Ginosa dunque, secondo l’Antitrust, danneggerebbe il principio di concorrenza sancito in sede europea. Il contenzioso (l’udienza non è ancora stata fissata) avrà una certa importanza per molti altri Comuni, in particolare del Salento, dove il tema delle concessioni demaniali ha un enorme presa sull’economia turistica locale. I giudici amministrativi di Lecce hanno finora avuto un approccio molto pragmatico, suggerendo ad esempio al legislatore la modifica del Codice della navigazione per tenere conto di uno dei temi cari agli operatori del settore: quello degli indennizzi in caso di subentro, anch’essi però esclusi dalla direttiva europea che vieta di «accordare altri vantaggi al prestatore uscente o a persone che con tale prestatore abbiano particolari legami»