la sorpresa

Taranto, quei medici-eroi pagati 3 euro per vincere il virus

Federica Marangio

Questo il premio Covid calcolato in base all’esposizione al rischio

TARANTO - «5,04 euro lordi all’ora»: ecco quanto valgono i medici che hanno schermato Taranto dal Covid. In busta paga al netto delle imposte si arriva a meno di 3 euro. Una sorpresa per gli operatori sanitari ai quali era stato detto ben altro. Il premio Covid calcolato in base all’esposizione al rischio fa acqua da tutte le parti tanto che può capitare all’interno dello stesso team di subire trattamenti economici differenti.

Pur avendo lavorato gomito a gomito alcuni hanno trovato in busta paga una sola mensilità, altri due. E sono questi gli eroi? Assegnare la premialità in base all’esposizione al rischio ad una platea sin troppo vasta – 1000 dipendenti dell’ASL di Taranto – ha comportato una riduzione assoluta della quota pro-capite. In fase di contrattazione con i sindacati sono state definite tre fasce di esposizione a partire dal rischio maggiore: A, B, C. E, proprio per la fascia più esposta, la A appunto, meno di 3 euro netti per ora. «È chiaro che, avendo a disposizione una torta, più commensali renderanno la porzione più minuta». Questi commenti giungono dai medici che delusi dal trattamento economico ripensano al glorioso passato in cui quel rischio adesso valutato 3 euro all’ora significava non solo fare a meno degli affetti ma anche tollerare un carico psicologico piuttosto pesante. Privarsi dei figli, dei partner e lavorare rischiando la vita in prima linea, derubricato alla voce “premio Covid” in busta paga è uno schiaffo morale. E le 3 euro valevano per la fascia A, figurarsi la B e la C.

Gli operatori sanitari valgono insomma un caffè. Nella nota diramata in fase di contrattazione sindacale si leggeva che il premio sarebbe stato ripartito tra i molti operatori che avevano dato prova “di non comune dedizione e impegno”. Poi ad un incontro considerato centrale i sindacati non si sono presentati e al momento probabilmente solo “i molti operatori” accorpati nella fascia A hanno ricevuto “il premio Caffè”.

«La domanda che ci poniamo è sulla base di quali criteri sono stati selezionati 1000 dipendenti aventi diritto a rientrare nella fascia A? Eravamo davvero in 1000 a combattere in prima linea contro la diffusione del virus? O forse poco più di 1/10? Sarà che l’azienda per accontentare tutti ha preso una decisione iniqua nei confronti di chi e ribadiamo, probabilmente poco più di un centinaio, assisteva davvero i pazienti Covid? Per calcolarne 1000 deve aver incluso persino gli amministrativi o tutti quei reparti che sono stati spostati dal Moscati? Come arriviamo a 1000?». Sono queste le domande che, ancora con la delusione della busta paga tra le mani, gli operatori sanitari rivolgono all’ASL. Probabilmente non riceveranno risposta alcuna o forse sì, certo è che quegli eroi che abbiamo ringraziato, che abbiamo visto addormentarsi sul posto di lavoro dopo turni estenuanti e il cui mestiere è diventato di colpo al centro dell’adulazione pubblica a ragion veduta, si sapeva che sarebbero stati dimenticati troppo in fretta.

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